I poveri di Calcutta piangono Dominique Lapierre
Anche dopo il successo planetario del best-seller "La città della gioia" lo scrittore e giornalista francese scomparso all'età di 91 anni aveva continuato a sostenere tanti progetti in loro favore portati avanti dai missionari che aveva incontrato. "Negli slum - diceva - ho trovato un sorriso, una dignità, una capacità di condividere e di far festa che non ho mai visto altrove". Il suo legame profondo con Madre Teresa.
Calcutta (AsiaNews) – “Il contributo di Dominique Lapierre agli abitanti delle baraccopoli di Pilkana e di altre zone, e ai lebbrosi in maniera particolare, ha dato opportunità di vita a centinaia di poveri”. Da Calcutta così il gesuita p. Irudhaya Jothi - promotore di tante attività per gli ultimi nel West Bengal, tra cui la Right to Food & Work Campaign - ricorda ad AsiaNews la figura dello scrittore autore del romanzo bestseller “La città della gioia”, scomparso ieri in Francia all’età di 91 anni.
Nato dall’incontro tra il giornalista e alcuni missionari attivi tra i lebbrosi nei quartieri più poveri di Calcutta - l’anglicano James Stevens e i religiosi cattolici del Prado p. Gaston Grandjean (che prese il nome indiano di Dayanand) e p. Francois Laborde, indicati a Lapierre da Madre Teresa di Calcutta - quel libro fu solo l’inizio di una lunga attività filantropica promossa dallo scrittore. “Pur vivendo in condizioni disumane - diceva di quanti aveva incontrato negli slum - lo fanno con un sorriso, una dignità, una capacità di condividere e di far festa che non ho mai visto altrove”.
Con i suoi 10 milioni di copie vendute e le traduzioni in 31 lingue, la “Città della gioia” fu un successo editoriale planetario. Ma fu anche una grande iniziativa di solidarietà: con i proventi vennero finanziate 30 scuole e centri di riabilitazione, 540 pozzi d’acqua potabile, un milione di vaccinazioni contro la tubercolosi, cure per 15mila bambini lebbrosi. Azioni che poi Lapierre - insieme a sua moglie - proseguì dalla Francia con l’associazione Action pour les enfants des lépreux de Calcutta. “I poveri lo guardavano come il loro messia - conferma p. Jothi -. Il suo libro ha fatto conoscere le loro storie in tutto il mondo: gli abitanti delle baraccopoli di Calcutta sentiranno la mancanza di questo amico e benefattore”. Accanto agli ultimi resteranno comunque le realtà fondate dai missionari a cui si era ispirato per il suo romanzo e che continuano ancora oggi le loro attività nelle periferie della metropoli del West Bengal, come Udayan e Howrah South Point.
Insieme alla passione per l'uomo del grande cronista, a guidare lo sguardo di Dominique Lapierre in India fu il riferimento a Madre Teresa di Calcutta. “Ho sempre pensato - raccontava - che quella suorina fosse la più grande santa moderna. La prego ogni giorno, chiedendole di ispirarmi ogni mattina nella mia piccola, minuscola azione, di proteggermi, di mostrarmi il cammino”.
(ha collaborato Nirmala Carvalho)
31/03/2021 13:32