I maestri indù Shankara contro Narendra Modi: È un peccatore per le stragi del Gujarat
Mumbai (AsiaNews) - Narendra Modi è "un peccatore" per quanto accaduto nelle stragi del Gujarat nel 2002, e "nessun amante della giustizia potrà mai amarlo". A parlare sono due Shankaracharya (maestri Shankara), tra le più alte autorità spirituali dell'induismo, che ieri hanno annunciato di voler lavorare affinché il candidato premier del Bharatiya Janata Party (Bjp, partito nazionalista indù) non vinca a Varanasi, città da cui si è candidato per le elezioni generali in corso.
Shankaracharya è un titolo dato ai capi dei quattro grandi monasteri di tradizione Advaita (la più conosciuta scuola della religione induista), che sarebbero stati fondati da Adi Shankara, filosofo che consolidò questa dottrina. È per questo che gli Shankaracharya sono considerati le più alte autorità spirituali dell'induismo.
A fare muro contro Modi sono stati Swami Adhokshjanand Devtirath, Shankaracharya del monastero di Puri, e Swami Swaroopananda, Shankaracharya del monastero di Dwarka. Il primo ha dichiarato: "Andrò a Varanasi e lo smaschererò. Chi divide le comunità per andare al potere deve essere smascherato".
È forse la prima volta che due figure di così alto calibro dell'induismo si espongono contro Narendra Modi, che nella sua campagna elettorale ha fatto di tutto per "interpretare" i valori del "vero indù".
Lo Shankaracharya di Puri ha raccontato di essere andato lui stesso in Gujarat e di aver visto la situazione dopo le stragi del 2002. Egli ha accusato la Rashtriya Swayamasevak Sangh (Rss, organizzazione estremista indù che sostiene Modi, ndr) di "usare la religione per confondere le persone".
"I leader del Bjp - ha aggiunto il maestro Shankara - continuano a rilasciare dichiarazione che stanno creando tensioni nel Paese. Non sosterrò alcun partito in particolare, ma sono i [partiti] laici che dovrebbero vincere".
Nella circoscrizione di Varanasi si voterà il prossimo 12 maggio, nona e ultima fase delle elezioni generali. Secondo molti, Modi ha scelto di candidarsi a questo seggio per rilanciare l'idea che la città sia la "culla" dei fondamentalisti indù, da cui egli è sostenuto. Tuttavia la città, considerata sacra per l'induismo, ha un grande valore anche per altre filosofie e tradizioni religiose del Paese, come il buddismo, il sikhismo, l'islam e il gianismo. (NC)
14/04/2023 11:28
27/05/2019 11:21