I leader di Occupy Central si consegneranno alla polizia. Con loro il card. Zen
Hong Kong (AsiaNews) - I tre leader fondatori di Occupy Central si consegneranno domani alle 15 alla polizia di Hong Kong assumendosi le responsabilità legali della loro disobbedienza civile che li ha portati ad occupare suolo pubblico. Con loro si consegneranno anche alcuni importanti sostenitori, fra i quali spicca il nome del card. Joseph Zen, vescovo emerito di Hong Kong. Il porporato è da tempo intenzionato a consegnarsi per esprimere la propria vicinanza al movimento e agli studenti.
Oggi, in una conferenza stampa (v. foto), Benny Tai Yiu-ting, Chan Kin-man e il rev. Chu Yiu-ming hanno dichiarato di non sapere a cosa vanno incontro, "se saremo detenuti o ci lasceranno liberi, ma siamo preparati alle conseguenze".
Tai ha anche aggiunto che egli spera che gli studenti concludano e si ritirino dai sit-in che per due mesi hanno bloccato alcune zone centrali della città e li ha invitati a proseguire la lotta per la democrazia in altri modi più fruttuosi.
Tai, Chan e Chu sono i fondatori del movimento Occupy e per alcuni anni hanno lavorato per accrescere nella popolazione del territorio la coscienza del valore della democrazia. A tale scopo, nel giugno scorso hanno lanciato il referendum che ha visto la partecipazione di almeno 800mila persone.
Leung Chun-ying, capo dell'esecutivo, ha cercato di nascondere l'influenza di Occupy e in una relazione alla leadership cinese non ha citato né il movimento, né il referendum.
Occupy ha sempre domandato che le elezioni del capo dell'esecutivo avvenga con suffragio universale. Lo scorso agosto Pechino ha invece decretato che le elezioni avvengano con la partecipazione di tutti, ma con candidati scelti da un comitato e sotto il controllo della Cina.
A questo punto, i leader di Occupy hanno invitato almeno 10mila persone alla disobbedienza civile e all'occupazione di alcune zone di Central, il distretto finanziario di Hong Kong. L'appuntamento era per il primo ottobre di quest'anno. Ma gli studenti di Scholarism (scuole medie superiori) e della Federazione degli universitari si sono affrettati prima della data ad occupare le zone di Admiralty e di Mong Kok. L'idea di Occupy era che l'occupazione durasse qualche giorno. Invece gli studenti hanno continuato fino ad oggi. Secondo le indicazioni dei leader, l'occupazione doveva essere non violenta e benevola verso la popolazione. Ma nelle scorse settimane, anche per le provocazioni della polizia, vi sono stati scontri fra le forze dell'ordine e i gruppi studenteschi più radicali.
La proposta dei tre leader agli studenti - di abbandonare i sit-in e di trovare nuovi modi di lotta per la democrazia - cerca di salvare dall'erosione violenta il movimento. Allo stesso tempo salva dalla frustrazione gli stessi studenti che per due mesi hanno cercato il dialogo con le autorità ma si sono scontrati con una ferma chiusura di Leung e di Pechino.
In una lettera aperta a tutta la popolazione di Hong Kong, i tre fondatori spiegano che "consegnarsi alla polizia non è segno di codardia. Esso mostra il nostro coraggio nell'onorare il nostro impegno" e agli studenti domandano di "mettere profonde radici nella comunità e trasformare il movimento per diffondere lo spirito del 'movimento degli ombrelli'... Quando irrompe la violenza, è tempo di pensare a trasformare il movimento".
Per i tre leader le responsabilità per l'insorgere di atti violenti cadono sul governo che ha fallito nel rispondere alla sincera richiesta degli studenti di un cambiamento del metodo elettorale.
La proposta di Tai, Chan e Chu emerge proprio mentre i giovani della Federazione hanno dichiarato di voler accrescere e intensificare le proteste. Ieri sera, intanto, Joshua Wong, il giovane leader di Scholarism, ha deciso di iniziare uno sciopero della fame a tempo indeterminato per costringere il governo a discutere una riforma del processo elettorale.
Durante la conferenza stampa, Benny Tai ha spiegato che l'invito a concludere i sit-in è motivato dal fatto che "la lotta per la democrazia è lunga e abbiamo bisogno di energie per lottare". E al governo di Hong Kong ha ricordato: "Anche se voi sgombrate i siti dell'occupazione, non potete sgombrare le richieste di democrazia della popolazione".