I giudici cinesi “accetteranno” le richieste di risarcimento per il latte alla melamina
Pechino (AsiaNews/Agenzie) – I tribunali cinesi “accetteranno [di trattare] le richieste di risarcimento” delle famiglie dei neonati danneggiati dal latte alla melamina. Shen Deyong, vicepresidente della Corta Suprema del Popolo, massimo consesso giudiziario, lo ha detto il 2 marzo durante una diretta web sul sito People.com.cn.
Il latte alla melamina, sostanza velenosa per l’uomo, ha causato almeno 6 neonati morti e circa 300mila malati ai reni, anche gravi. Finora i tribunali non hanno ammesso le molte domande di risarcimento. Per questo, sempre secondo Shen, oltre il 95% delle famiglie ha accettato i risarcimenti offerti dalle ditte casearie, sebbene non adeguati. Ma un piccolo numero di famiglie ha insistito nel rivolgersi ai tribunali.
Molte famiglie, dopo il rigetto delle Corti, hanno anche presentato petizioni a Pechino.
Zhao Lianhai, uno dei genitori colpiti, ha costituito un sito web per informare e collegare le famiglie. Dice al South China Morning Post che, in risposta a questa petizione, la settimana scorsa ha ricevuto una lettera del ministro della Sanità che assicurava che “le famiglie avrebbero potuto chiedere il risarcimento davanti al tribunale”.
La corte di Shijiazhuang ha convocato gli avvocati di 337 vittime per discutere le domande di risarcimento e i testimoni per la azione contro il Gruppo Sanlu, principale responsabile tra le 22 ditte coinvolte nello scandalo. Xu Zhiyong, legale, dice che “nel passato abbiamo presentato la domanda due volte, e sempre non è stata accolta”.
Ora il dubbio è come le corti gestiranno la vicenda. Alla Corte di Qingdao, contro la ditta Shengyuan, l’avvocato Li Jinglin ha chiesto un risarcimento di 8 milioni di yuan per 54 famiglie. Ma un funzionario del tribunale gli ha già detto che “siamo pronti a liquidare gli stessi risarcimenti [offerti] dalle ditte casearie”.
Le ditte casearie hanno offerto 200mila yuan (20mila euro) per la morte di un bambino, 30mila yuan per i casi più gravi e 2mila (200 euro circa) agli altri. Somma che non basta nemmeno per le cure, specie perché si ignora se i danni ai reni siano permanenti.