01/04/2014, 00.00
TAIWAN
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I "girasoli" e le "banane": Taiwan ancora divisa dalla protesta degli studenti

di Xin Yage
Gruppi di "sindacalisti" pro-Cina cercano di espellere i giovani dal parlamento occupato. Il Dpp, partito di opposizione, sostiene e foraggia il movimento dei girasoli. Ma Ying-jeou apre al dialogo. Ma l'accordo commerciale con Pechino va fatto per non far perdere competitività a Taiwan.

Taipei (AsiaNews) - Non accenna a placarsi la tensione create da movimento dei "girasoli", composto da studenti e sostenitori che vogliono la cancellazione di un accordo commerciale fra Taiwan e la Cina popolare. La tensione è cavalcata anche dal partito di opposizione, il Dpp e sta dividendo la società taiwanese.

Quest'oggi la polizia ha fermato un gruppo di sedicenti "sindacalisti" che voleva "dialogare" con gli studenti per farli andare via dalla sede del parlamento, occupata dal 18 marzo. Uno dei capi del "sindacato", è Chang An-lo, soprannominato "il lupo bianco", ex capo di una banda criminale, ora riciclato come capo di un partito che vuole l'unificazione con la Cina.

Intanto ha avuto molto successo la parodia ad opera di Chiu Yi (邱毅) un famoso commentatore politico appartenente al partito di maggioranza, il Kmt, che ha coniato la battuta secondo cui i "girasoli" - il simbolo scelto dagli studenti - erano in realtà delle "banane" fornite loro dal Dpp, il partito di opposizione.

Gli studenti vogliono che l'accordo commerciale con la Cina sia cancellato perché temono di perdere posti di lavoro, ma in una conferenza stampa la Commissione della Camera di commercio (The General Chamber of Commerce of the Republic of China - ROCCOC - 中華民國全國商業總會) ha sostenuto che industrie e servizi soffrirebbero gravi danni se non passasse l'accordo. Lai Chang-yi (賴正鎰), presidente dell'organismo, ha detto che Taiwan non deve aver paura di competere a livello globale permettendo alle industrie di stabilire basi permanenti nel continente, da dove avranno l'opportunità di diventare competitori globali.

Lo scorso 29 marzo, il presidente Ma Ying-jeou (馬英九) ha tenuto una lunga conferenza stampa nel palazzo presidenziale, dando la possibilità ai molti giornalisti presenti di fare domande su tutto il processo in corso, sull'iter legislative e sul rapporto con gli studenti della protesta. Alle domanda se "sa che nel web ci sono innumerevoli richieste da parte degli studenti?" lui ha risposto di leggere i blogs su internet e di essere perfettamente al corrente. Qualcun'altro gli ha chiesto se non si senta colpevole di "vendere Taiwan" [alla Cina]. Lui ha risposto: "Cosa significa vendere Taiwan? Fare gli accordi commerciali rientra nelle regole dell'Organizzazione mondiale del commercio, è un nostro dovere". Il presidente ha anche ribadito di essere sempre disponibile a un dialogo faccia a faccia con gli studenti.

Durante la conferenza stampa, nella zona del palazzo presidenziale, sotto una pioggia che si è trasformata in un diluvio, vi è stata una manifestazione a sostegno delle scelte del governo e contro chi si oppone all'accordo commerciale (反反服貿).

Il 30 marzo, all'una del pomeriggio si è dato vita a una vastissima manifestazione a sostegno degli studenti (反服貿), con molte persone che si avvicendavano sul palco dove campeggiava la scritta "Difendi la democrazia, ritira l'accordo!" (捍衛民主,退回服貿). Innumerevoli personaggi si sono succeduti nell'arringare la folla (soprattutto con slogans, a dir la verità) perché il popolo si riprenda il controllo di Taiwan e non lo lasci nelle mani di pochi.

Lin Feifan (林飛帆) ha riassunto i quattro punti della richiesta al governo: oltre ai già conosciuti tre punti (annullamento dell'accordo commerciale - approvazione di una legge previa di supervisione sugli accordi con il continente - appoggio di tutti i legislatori alla volontà del popolo taiwanese) ha anche chiesto l'apertura di un "incontro costituzionale pubblico" (public constitutional meeting, 召開公民憲政會議) da parte del governo.

"Noi - ha detto - stiamo scrivendo la storia, il futuro di Taiwan appartiene al suo popolo e ad ognuno di noi" e ha invitato tutti "a sostenere la protesta facendo i turni nelle prossime settimane per dare il cambio a chi occupa il parlamento, fino a quando gli obiettivi non saranno raggiunti".

Da parte loro, la pubblica sicurezza ha offerto protezione personale a Lin Fei-fen e Chen Wei-ting (陳為廷), i due studenti leader della protesta, per proteggerli da minacce di morte ricevute nei giorni precedenti.

La grande folla, vestita con maglietta nera e fascia gialla, ha superato ampiamente i centomila partecipanti, stando ai numeri ufficiali. Il movimento degli studenti parlava di mezzo milione di persone).

Le impressioni raccolte tra la gente sono varie: vi è chi - la maggioranza ripete lo slogan "Ma Ying-jeou dimettiti!" o altre frasi preconfezionate; chi fa notare che il Kmt si è accorto di aver fatto le cose da solo, e dopo questa protesta è ritornato su suoi passi , promettendo di rivedere l'accordo articolo per articolo.

In questa settimana il presidente ha anche detto di essere aperto alla possibilità di una legge di supervisione su tutti gli accordi con Pechino, richiesta lo scorso mercoledì dai leaders degli studenti.

Le opinioni sugli studenti sono anch'esse variegate. Vi è chi li sostiene al 100%; chi dice che in sostanza hanno ragione, ma sbagliano nella forma. Soprattutto l'allontanamento dal palazzo del governo, che la scorsa settimana aveva visto molte reazioni favorevoli agli studenti bersagli di violenza, ora si sta rivelando una sorte di boomerang, perché molti non approvano l'occupazione delle istituzioni. "Se si chiede il rispetto della legge, bisogna dimostrare di rispettarla per primi" era il commento di una madre, che comunque partecipava alla protesta.

Un sostenitore degli studenti fa notare che il presidente Ma e il suo partito negli ultimi tempi hanno compiuto diversi errori con un'ingenuità disarmante. "Un problema per Ma Yijng-jeou - afferma l'intervistato - è che non solo è il presidente, ma anche il leader eletto del Kmt: questa concentrazione di potere nella stessa persona, lo rende bersaglio di attacchi giusti e ingiusti, e fa sì che la sua popolarità sia molto bassa perché i giovani lo ritengono responsabile di tutti i problemi di Taiwan, in quanto la sua persona concentra in se stessa tanto potere. Per questa ragione io protesto con loro".

Un'altra signora commenta: "Sono veramente soddisfatta della presa di coscienza da parte dei giovani! Era ora che qualcuno le cantasse al presidente. Poi però loro devono tornare a studiare e liberare il parlamento, altrimenti dove vanno i legislatori a discutere le nuove leggi, richieste dagli stessi studenti?". 

 

 

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