16/06/2021, 10.35
UZBEKISTAN
Invia ad un amico

I gay uzbeki rischiano di essere cacciati dal proprio Paese

di Vladimir Rozanskij

Presentata una proposta in tal senso dal parlamentare Ališer Kadyrov: “Meglio la deportazione dell’uso della forza”. In Uzbekistan i rapporti intimi tra persone dello stesso sesso sono un crimine. In tanti fuggono per evitare la detenzione.

Mosca (AsiaNews) – Un deputato del Parlamento uzbeko, Ališer Kadyrov, ha avanzato il 14 giugno la proposta di privare i gay della cittadinanza ed espellerli dal Paese. A suo parere, “l’Uzbekistan non cambierà le sue convinzioni riguardo ai rappresentanti della comunità LGBTQ+ neanche tra 1.000 anni”, come riferisce il portale Eurasianet.

Kadyrov è il leader del partito “Rinascita Nazionale”, che occupa il secondo posto tra i gruppi rappresentati alla Camera bassa del Parlamento di Taškent. Già il 7 giugno, in un’intervista al canale YouTube Alter Ego, il politico aveva dichiarato che la privazione della cittadinanza ai gay obbligherebbe gli altri Paesi a fornire loro asilo.

Come Kadyrov ha raccontato, “quando ho diffuso questa proposta sulle reti social, mi hanno scritto diversi membri della comunità LGBTQ+ per ringraziarmi, perché essi non possono ricevere il visto in molti Stati che condannano l’Uzbekistan per le sue posizioni nei confronti dei rappresentanti di orientamenti non tradizionali”. Secondo il parlamentare uzbeko è meglio la deportazione che l’uso della forza, come succede in Iran o in Arabia Saudita, dove i gay possono ricevere punizioni corporali, fino alla condanna a morte.

In Uzbekistan, unico tra i Paesi ex-sovietici, i rapporti intimi tra persone dello stesso sesso sono ritenuti per legge un crimine, punibile con multe e condanne fino a 3 anni di prigione. L’arresto per “traviamento omosessuale” prevede anche una verifica medica con ispezione anale, per confermare i sospetti di rapporti illeciti. A marzo del 2020 il rappresentante di Taškent presso il comitato dell’Onu per i diritti dell’uomo ha dichiarato che “l’Uzbekistan non è pronto a cambiare questo articolo della legge”. Diverse organizzazioni internazionali hanno rivolto un appello in questo senso al governo uzbeko a dicembre del 2020, che però è stato completamente ignorato.

Le autorità uzbeke hanno dichiarato più volte che le relazioni omosessuali contraddicono i precetti dell’Islam, dei valori tradizionali e delle norme culturali del Paese, e che la società non è pronta a rinunciare alla punizione penale dei gay. I Paesi vicini a maggiore tradizione islamica, come Kirghizistan e Tagikistan, Afghanistan e Turchia, non prevedono tali persecuzioni di Stato contro la comunità LGBTQ+.

Il tema dell’omosessualità è considerato un tabù da non discutere sui mezzi d’informazione locale e in alcun ambito sociale. Ad esempio, per “insistente richiesta” dei servizi di sicurezza dell’Uzbekistan, nel luglio 2013 è stata eliminata da tutti i portali musicali uzbeki una clip dal titolo Azal Čoj (Tè al miele), in cui il cantante si esibiva in vesti femminili, cantando del suo amore per un altro uomo. Lo stesso storico presidente Islam Karimov, scomparso nel 2016, aveva affermato allora che “le relazioni omosessuali sono disgustose per gli uzbeki, e la democrazia occidentale che li ammette offende la purezza morale della cultura nazionale”. Nel 2013 erano recluse per omosessualità circa 500 persone, e la media si è mantenuta anche negli anni successivi.

A gennaio 2018, la 26enne Karina ha raccontato alla stampa la sua storia di donna transgender, fuggita dall’Uzbekistan in Bielorussia per evitare la detenzione. In patria veniva spesso fermata e picchiata dalla polizia, che cercava di ottenere da lei i nomi di altre persone della sua comunità. Il tribunale di Minsk dovrebbe decidere a giorni sulla concessione del permesso da rifugiata per Karina, che afferma di “riuscire almeno a dormire senza terrore”.

TAGs
Invia ad un amico
Visualizza per la stampa
CLOSE X
Vedi anche
In Uzbekistan a processo i prigionieri politici del Karakalpakstan
30/05/2023 08:49
Taškent: Mirziyoyev rieletto presidente con oltre l’80%
27/10/2021 08:47
Obblighi religiosi e sportivi al centro delle riforme di Mirziyoyev
24/06/2021 10:42
Uzbeki senza energia, imam di Taškent: la mancanza di gas viene da Allah
04/01/2023 08:51
Taškent, il nuovo muftì supremo è ‘imam del compromesso’
03/11/2021 10:53


Iscriviti alle newsletter

Iscriviti alle newsletter di Asia News o modifica le tue preferenze

ISCRIVITI ORA
“L’Asia: ecco il nostro comune compito per il terzo millennio!” - Giovanni Paolo II, da “Alzatevi, andiamo”