07/02/2024, 08.50
RUSSIA-UCRAINA
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I dieci anni dell’annessione della Crimea

Sfumate le illusioni di una riconquista della penisola Kiev si interroga sui possibili scenari, tra le incertezze degli alleati sul sostegno a oltranza. Zelenskyj ha bisogno della vittoria per confermarsi leader di un Paese stremato e devastato, mentre il capo di Stato maggiore Zalužnyj dipinge un quadro più realistico e vorrebbe limitarsi alla difesa del resto del territorio. 

Kiev (AsiaNews) - Con l’avvicinarsi della primavera, la guerra tra Russia e Ucraina giunge a una fase decisiva, dopo l’inevitabile “congelamento” invernale. L’anno scorso alcuni alti funzionari ucraini - a cominciare dal capo del controspionaggio del ministero della difesa, Kirill Budanov - avevano pronosticato la riconquista della Crimea entro il 2023, la chiave della riscossa dell’Ucraina, ma il piano non si è realizzato, e siamo ormai nei giorni in cui si ricorda il decennale dell’annessione della penisola, invasa dai soldati russi e solennemente ricongiunta alla “madre Patria” tramite referendum plebiscitario, svolto sotto il tiro dell’esercito di Mosca.

Questi snodi cruciali stanno creando sempre più tensione ai vertici della politica e delle forze militari di Kiev, con il presidente Volodymyr Zelenskyj intenzionato a sostituire il capo di Stato maggiore Valeryj Zalužnyj, la cui popolarità lo rende il principale avversario interno del capo dello Stato. Zelenskyj ha bisogno della vittoria per confermarsi leader di un Paese stremato e devastato, Zalužnyj dipinge un quadro più realistico, considerando la maggior forza dell’avversario, e propone di limitarsi alla difesa del resto del territorio.

Gli esperti si dividono anch’essi sulle valutazioni e le previsioni, raccolte in un dossier pubblicato dal sito ucraino Zaborona Media che presenta i diversi scenari possibili in riferimento alla Crimea, il cui controllo appare comunque decisivo per le sorti della guerra. Il primo approccio, finora senza alcun risultato, è quello della trattativa diplomatica, che fu tentata dagli ucraini su sollecito degli occidentali, quando nel 2014 gli “uomini verdi” della Russia si erano sistemati senza ostacolo alcuno nelle città crimeane.

Dopo l’invasione del 2022, la via diplomatica appare del tutto impercorribile, per esplicito desiderio di entrambe le parti di raggiungere la vittoria sul campo. Gli ucraini si sono quindi concentrati sulla riconquista via terra della Crimea, cercando di forzare le difese russe in vari punti, ma i 160 chilometri che dividono la penisola dal territorio ucraino si sono rivelati quasi impossibili da attraversare, anche per la disposizione a più livelli delle difese russe.

Sia per le trattative, sia per la controffensiva, l’Ucraina avrebbe bisogno di enormi risorse umane e tecniche, che sembrano attualmente decisamente insufficienti. Alcuni propongono una terza via, il “blocco della Crimea”, il suo assedio e isolamento, ipotesi sostenuta principalmente dal presidente Zelenskyj, per “degradare il potenziale bellico della Russia”. Ma anche per questo servono armi a lunga gittata in quantità sempre maggiore.

Rimane quindi la quarta ipotesi, quella del “congelamento prolungato”, soprattutto per l’insufficienza degli aiuti occidentali, che impedisce ogni tipo di attacco o di assedio alla Crimea, neanche se riusciranno ad arrivare nelle mani degli ucraini i tanto sospirati aerei F-16. L’impressione è che invece si stia rafforzando l’iniziativa nelle mani dei russi, con avanzamenti sul territorio delle altre regioni annesse e contese.

Il 2024 si è aperto infatti con i continui bombardamenti russi sulla riva sinistra del Dnipro nella regione di Kherson, in quella che a fine 2022 appariva come la speranza di una vera controffensiva ucraina. L’uso degli F-16 potrebbe riuscire a contrastare gli assalti dell’aviazione di Mosca, ma il risultato sarebbe comunque nullo da entrambe le parti. I russi minacciano a loro volta di riprendere l’avanzata fino alla “completa riconquista dell’Ucraina”, come ripete l’ex-presidente Medvedev con i suoi caratteristici toni sovreccitati, ma anche queste dichiarazioni appaiono piuttosto un elemento dell’enfasi pre-elettorale della corsa alle presidenziali.

La nuova consacrazione dello zar avverrà il 17 marzo, alla vigilia del decennale dell’annessione della Crimea e del proclama “la Crimea è nostra!”. In quell’occasione Putin potrà quindi fregiarsi della gloria vittoriosa, e l’Ucraina dovrà decidere del suo futuro, stretta tra l’enfasi dell’invasore e le incertezze degli alleati.

 

 

Foto: Flickr / Elena Pleskevich

 

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