I cristiani temono l’avanzata del partiti islamici alle elezioni
di Mathias Hariyadi
Crescono i partiti d’ispirazione musulmana che promuovono l’istituzione della Sharia. Tra i giovani fa sempre meno presa l’ideologia nazionalista basata sui pilastri laici della Pancasila. I cristiani sono meno del 10% della popolazione e temono una ulteriore emarginazione.
Jakarta (AsiaNews) – Le elezioni nazionali e regionali del 9 aprile preoccupano i cristiani dell’Indonesia. Tra i 38 partiti che si presentano alle urne, raccolgono sempre più consensi le formazioni a base confessionale che promuovono l’ideologia musulmana. In particolare spiccano il Partai Bulan Bintang(Pbb) e il Partai Keadilan Sejahtera (Pks) che tra i loro obiettivi politici dichiarano l’istituzione della Shyariat islam, espressione indonesiana per indicare la Sharia.
Le comunità cristiane dell’arcipelago sono poco meno del 10% della popolazione, costituita. I protestanti sono 12,5 milioni circa, i cattolici quasi 7,5 milioni: una minoranza rispetto agli oltre 182 milioni di fedeli islamici.
“I timori dei cristiani sono motivati” afferma J. Kristiadi, cattolico e analista politico del Centre for Strategic and International Studies (Csis) di Jakarta. I casi di discriminazione da parte dei musulmani si fanno ormai sempre più frequenti e preoccupa l’aumento delle ordinanze pubbliche basate sulla Shyariat islam registrate negli ultimi anni.
All’invasività della politica di stampo confessionale, Kristiadi aggiunge anche il silenzio della classe dirigente del Paese: in occasione del decreto ministeriale che ha bloccato la costruzione di qualsiasi luogo di culto in Indonesia, nessun politico ha obiettato che si trattava di una limitazione della libertà religiosa.
Il crescente successo dei partiti di ispirazione islamica è documentato anche dalle ultime elezioni provinciali nel West Java. Formazioni come il Pks, anche grazie ad una campagna elettorale centrata sulla lotta alla corruzione, hanno ottenuto risultati inaspettati che molti analisti interpretano come un primo test in vista delle elezioni nazionali del 9 aprile e delle presidenziali del prossimo luglio.
Per Kristiadi, le ragioni del successo dei partiti di chiara ispirazione islamica sono legate al progressivo abbandono dei Pancasila, i cinque pilastri del nazionalismo laico su cui l’Indonesia ha costruito la sua storia dopo l’indipendenza del 1945. Con la fine del regime dittatoriale di Suharto, nel 1998, si è registrato un revival dell’ideologia ispirata alla Shyariat islam che nel quadriennio 1999-2002 tanto che i partiti sono riusciti a modificare la costituzione, che in passato vietava la promozione della Sharia nella loro agenda politica.
“Un’indagine condotta da alcuni partiti nazionalisti - racconta Kristiadi - ha rivelato che l’80% degli studenti universitari auspicano che la Shyariat islam prevalga sui Pancasila”. Si tratta di giovani iscritti negli atenei della grandi città di Jakarta, Malang, Yogyakarta e Bandung; “solo il 4,5% di loro - aggiunge Kristiadi - si augura che l’ideologia nazionalista venga mantenuta”.
Nel processo di marginalizzazione di cui sono fatti oggetto, i cristiani indonesiani pagano, tra l’altro, la mancanza di voci autorevoli all’interno del panorama politico del Paese e alcuni fedeli lamentano l’incapacità a dar vita ad un’unica formazione di ispirazione cristiana.
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