I cosacchi di San Pietroburgo rimuovono un bassorilievo di Mefistofele da un edificio storico
Mosca (AsiaNews) - Dal teatro a pittura e scultura, passando per la letteratura, in Russia sembra che ogni forma d’arte rischi di offendere il “sentimento dei fedeli” (protetto da una legge ad hoc) ed essere oggetto di attacchi da parte di fanatici. Dopo gli atti vandalici a una mostra di arte sovietica, condotti dal famigerato attivista Enteo, il gruppo “Cosacchi di San Pietroburgo” ha rivendicato la rimozione dalla facciata di un edificio storico di un grande basso rilievo, raffigurante il demone Mefistofele e risalente ai primi ai primi del ‘900 (v. foto). L’opera era colpevole di trovarsi vicina a una nuova chiesa ortodossa, ancora in costruzione, e su cui pochi giorni prima era stata posta la croce. In una lettera inviata ieri all’agenzia locale Fontanka, i cosacchi hanno spiegato che era diventato offensivo vedere quella statua davanti a cui si fermano turisti e passanti, “divenuta motivo di orgoglio e di culto aperto a Satana”. A loro dire, i sacerdoti della parrocchia vicina non hanno alcuna responsabilità nell’iniziativa, “non avrebbero mai osato farlo”. I cosacchi infine hanno invitato i cittadini a unirsi alla loro campagna di pulizia per “mettere fine” a “tante altre sporche leggende e attrazioni”, che si trovano nella ex capitale degli zar.
Ancora non è chiaro quanto siano coinvolte le autorità locali nella vicenda: l’opera è patrimonio architettonico della città e secondo quanto riferito dagli abitanti del quartiere, la rimozione è avvenuta come se fosse stata pianificata e non come un atto vandalico improvvisato. Un deputato locale ha domandato di aprire un’inchiesta penale con l’accusa di distruzione di siti del patrimonio culturale.
Il Mefistofele adornava un luogo storico, anche se non molto celebre, a San Pietroburgo: l’edificio su via Lakhtinksaya conosciuto appunto come la Casa con Mefistofele. Il bassorilievo è opera dell’architetto Alexander Lishnevsky, morto durante la Seconda guerra mondiale dopo essere stato evacuato in un ospedale a Yaroslav, a 250 km a nord-est di Mosca - ha ricordato il Moscow Time. La maggior parte delle sue opere è sopravvissuta alla devastazione delle guerra e alle politiche dell’Unione sovietica.
Il gruppo ‘Cosacchi di San Pietroburgo” non è nuovo a tali azioni, spesso di natura palesemente criminale. Tra le altre cose, hanno rotto vetri al museo dello scrittore Nabokov, autore del romanzo Lolita, e sulle pareti della sua casa hanno scritto la parola “pedofilo”.
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