I cinesi vogliono davvero la Siberia?
La contesa dei territori settenrionali con la Russia è una costante della storia degli ultimi secoli. Ma oggi non c'è affatto una corsa degli abitanti della provincia di Heilongjiang a cercare casa in Siberia. L'avanzata di Pechino avviene piuttosto attraverso lo yuan che sta sostituendo il rublo nelle transazioni commerciali. Le risorse naturali la vera posta in gioco
Mosca (AsiaNews) - La contesa dei territori asiatici della Siberia tra la Russia e la Cina è un tema che si trascina almeno da un paio di secoli, passando dagli zar “conquistatori” alle sfere d’influenza del comunismo sovietico e maoista, fino all’attuale espansione della Cina di Xi Jinping, a scapito della Russia di Putin totalmente impegnata dalla guerra in Ucraina. La “riconquista” cinese di queste terre è però anche molto enfatizzata, come sostiene l’analista e blogger russo-ucraino Aleksej Kušč.
Il desiderio dei cinesi di andare a vivere in Siberia, a fronte di un evidente flusso verso l’Estremo Oriente russo, sarebbe in realtà “uno dei tanti miti sulla Cina”. La popolazione della provincia di Heilongjiang - nome che significa Fiume del Dragone Nero essendo situata lungo il corso dell’Amur, il fiume che divide i due Paesi - è da tempo in calo demografico, e gli abitanti di questa regione sognano di trasferirsi nel sud della Cina, piuttosto che nel gelo siberiano.
L’interesse per la Siberia, commenta Kušč, riguarda piuttosto le sue risorse naturali, dal legname ai minerali estrattivi, e più che una migrazione di massa qui conta la valuta, lo yuan cinese che negli scambi commerciali sta in buona parte sostituendo il rublo, anche per i russi stessi. Grazie alle sanzioni occidentali nei confronti di Mosca, la Cina si rafforza nella sua posizione geopolitica ed economica nei confronti dei russi, e può permettersi di estendere la sua influenza non solo sulla Siberia, ma anche sull’Asia centrale e su gran parte dell’ex-impero sovietico.
Un altro argomento piuttosto artificioso riguarda la relativa scarsezza di terre abitabili per l’enorme popolazione cinese, mentre gli spazi siberiani sono in gran parte vuoti e a disposizione di chi vuole vivere con maggiore agio. La verità è che anche la Cina è tutt’altro che sovraffollata, e le terre settentrionali sono ugualmente poco abitate per questioni di clima, che in Siberia non è certamente migliore. L’analista ritiene piuttosto che la Cina sia “un leader a livello mondiale per l’uso razionale e ottimale del territorio”.
La popolazione cinese, in realtà, è in diminuzione non solo ai confini con la Russia, ma in tutto il Paese, e la questione demografica sta diventando sempre più preoccupante, con una enorme sproporzione tra le nascite e le morti e il conseguente invecchiamento medio degli abitanti. Le norme sul controllo e la limitazione delle nascite (il principio “una famiglia – un figlio”) sono state abolite ormai da anni, e si cerca di stimolare in ogni modo la natalità, come si vuole fare anche in Russia.
È vero che la Cina dipende in gran parte dalle esportazioni, ma secondo l’analista anche qui non bisogna esagerare: il Pil cinese consiste in 20 mila miliardi di dollari, mentre la bilancia del commercio estero rimane intorno ai 6 mila miliardi, incidendo sull’intero complesso dell’economia non più del 30%. Kušč ricorda che in Ucraina, prima della guerra, il volume dell’export era circa del 55%, e “questa è una vera dipendenza”. Se venisse bloccato tutto il commercio estero, la Cina subirebbe un grave colpo alla sua economia, ma “sarebbe in grado di sopravvivere”, e anche il nuovo presidente americano Donald Trump, che minaccia di imporre forti dazi su tutte le importazioni, parla di “una politica tariffaria moderata” nei confronti della Cina.
Del resto, conclude il blogger, l’economia cinese non rimane confinata al fattore della crescita degli investimenti all’estero, ma cerca di aumentare i consumi interni, anche modificando alcune politiche degli anni passati. La classe media in Cina si misura in circa 400 milioni di persone, e c’è un miliardo di consumatori attivi da soddisfare, prima di pensare a cercare casa in Siberia.
Foto: Flickr / anatoly_l
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