I caccia turchi colpiscono obiettivi curdi. Erdogan accelera per cambiare la Costituzione
Ankara (AsiaNews/Agenzie) - Prosegue la campagna dell’esercito turco contro postazioni e obiettivi del Pkk, il Partito curdo dei lavoratori, considerato un’organizzazione terrorista e tornato di recente nel mirino del governo centrale. I raid dell’aviazione di Ankara hanno colpito obiettivi nel sud del Paese e nel nord dell’Iraq. “Almeno 16 i bersagli centrati” secondo quanto riferisce un comunicato del comando militare; gli attacchi si sono concentrati attorno alla regione montagnosa di Daglica e nelle zone di frontiera del Kurdistan irakeno.
Simili operazioni militari hanno caratterizzato anche la giornata del 2 novembre, all’indomani delle elezioni generali che hanno sancito il trionfo del partito del presidente Turco Recep Tayyip Erdogan, l’AKP, che ha ottenuto la maggioranza assoluta dei seggi in Parlamento.
Ieri quattro miliziani curdi sono morti negli scontri con le forze di sicurezza turche in atto in diverse aree del sud-est del Paese. Sempre ieri Ankara ha escluso ogni ipotesi di riavviare il processo di pace con il Pkk, dopo l’ondata di violenze divampate nel luglio scorso dopo un paio di anni di relativa calma in seguito al raggiungimento di un cessate il fuoco fra i due fronti.
Intanto il presidente, uscito rafforzato dalla tornata elettorale, rilancia il progetto di modificare la Costituzione. In un intervento trasmesso dalla tv turca, egli ha confermato che “risolvere la questione” della Carta è una delle priorità del prossimo futuro.
Uomo forte da oltre 10 anni del panorama politico turco, Erdogan spinge da tempo per il cambiamento della Costituzione promulgata nel 1980 dai militari; l’obiettivo è quello di rafforzate il ruolo del presidente e aumentarne i poteri. Il portavoce annuncia anche il proposito di indire un referendum per trasformare la Turchia da sistema parlamentare a una Repubblica presidenziale.