I buddisti thai celebrano il Vesak e cercano soluzioni alla crisi politica e sociale
di Weena Kowitwanij
La Thailandia è ancora scossa da settimane di tensioni e violenze, che hanno seminato morte e distruzione. Il tema dell’edizione 2010, organizzata in collaborazione con i giapponesi, incentrato sulle “prospettive” buddiste in tema di economia mondiale. Preghiere, meditazioni e fiaccolate per la pace nel Paese.
Bangkok (AsiaNews) – La festa di Vesak – che celebra nascita, illuminazione e morte del Bhudda – è un momento di riflessione, preghiera e benedizione per la Thailandia, scossa da una crisi politica e sociale che nelle ultime settimane ha seminato morte e distruzione. Essa si propone come punto di partenza per affrontare le sfide della società thai, alla ricerca di pace e condivisione, e per le nazioni di tutto il mondo, che devono superare una crisi economica senza precedenti nella storia recente.
Il Giappone ha collaborato con la Thailandia nell’organizzazione della 7° Conferenza per la festa di Vesak, evento patrocinato dalle Nazioni Unite che hanno dichiarato il Paese degli elefanti “centro mondiale del buddismo”. La festa si svolge dal 23 al 25 maggio e il tema centrale ha riguardato l’economia, partendo dallo slogan “Ripresa mondiale: La prospettiva buddista”. Il principe Vajiralongkorn e la moglie, la principessa Srirasami, hanno presieduto la cerimonia inaugurale della Conferenza, alla quale ha partecipato Somdet Phra Buddhachaya – presidente del Comitato esecutivo del Supremo patriarcato della Thailandia – insieme a 400 patriarchi buddisti di tutto il mondo e 1300 leader buddisti in rappresentanza di 1300 nazioni.
Phra Dharmakosajarn, rettore della Mahachulalongkornrajavidyalaya University (MCU), sottolinea che Patriarcato buddista e monaci concordano sulla necessità di canti e meditazioni per “invocare la benedizione del Re” e “augurare una pronta ripresa del Paese” colpito da una gravissima crisi sociale e politica. Per questo oggi a Buhhaamontol, nella provincia di Nakhon Pathom, si è tenuta alle 5 del pomeriggio una preghiera comune seguita da una fiaccolata.
Enshin Saito, uno dei più illustri conferenzieri e docente in un’università nipponica, analizza il contributo dell’educazione buddista in un’ottica economica e finanziaria. Egli ha inoltre ricordato la visita di Giovanni Paolo II del 1981 in Giappone, durante la quale il papa ha citato le parole di Saicho, fondatore del Buddismo giapponese Tendai, secondo cui “dimenticare se stessi e lavorare per il bene degli altri è il culmine della compassione”. Saito spiega che è necessario “saper accettare eventi indesiderati o difficoltà impreviste”, senza che siano altri a farsene carico.
Il generale Anupong Paojinda, comandante dell’esercito thai, ha sottolineato che “il Dharma del Buddha è la filosofia senza prezzo per mantenere cuore e mente indirizzate verso il bene, il perdono e la moralità” ed essa è benefica sia per l’individuo sia per “rafforzare la società”. Il leader dei buddisti cinesi – Phra Mahaganacharayacheen Dharmasamadhivatra – punta il dito contro le “contraddizioni fra persone” e “i problemi attorno alle risorse naturali” che ricorrono in ogni parte del mondo, causati da una “divisione fra la mente degli uomini e il Dharma”.
Circa il 90 % dei 62,2 milioni di thailandesi pratica il buddismo theravada, portato nel Paese dall’India intorno al terzo secolo prima di Cristo. Questa corrente si basa sul canone Pali dell’insegnamento di Buddha, noto come Tripitaka (una sorta di Bibbia del buddismo). Quest’anno, per la Thailandia, la festa di Vesak si celebra oggi, 25 maggio.
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27/05/2021 11:26
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