I Rohingya: 'Noi perseguitati e sfollati, abbiamo visto in Francesco l'amore di Cristo'
L'incontro nel 2017 in Bangladesh con una delegazione del milione di esuli dal Myanmar fu uno dei momenti più toccanti dei viaggi del pontefice. Lui stesso ricordò spesso negli ani successivi quell'abbraccio. Peter Saiful ad AsiaNews: "Una voce per i senza voce e un uomo la cui umiltà ha toccato i cuori oltre ogni confine”. P. Josim, tribale convertito al cristianesimo che fu ordinato sacerdote da lui a Dhaka: "Ci disse: usate le vostre mani per un lavoro santo".
Dhaka (AsiaNews) - Tra i gesti che hanno fatto entrare papa Francesco nella storia una dei più toccanti fu la sua visita in Bangladesh nel 2017, con l’incontro a Dhaka con un gruppo di rifugiati Rohingya in fuga dalle violenze in Myanmar. Un abbraccio segnato da lacrime silenziose e parole accorate, che commosse il mondo e divenne un simbolo del suo profondo impegno per la giustizia e la compassione. In quell'occasione Francesco pregò con i Rohingya e in tutti questi anni ha spesso ricordato al mondo le loro sofferenze. In Bangladesh vivono più di 1 milione di Rohingya, trasferiti con la forza dal Myanmar dopo essere stati perseguitati.
“Anche se siamo pochi e spesso dimenticati - dispersi, emarginati e afflitti - siamo anche noi in lutto con la Chiesa globale”, racconta ad AsiaNews Peter Saiful, rappresentante della piccola comunità cattolica di etnia Rohingya, anch’essa sfollata in Bangladesh. “Papa Francesco è stato un faro di speranza per gli emarginati, una voce per i senza voce e un uomo la cui umiltà ha toccato i cuori oltre ogni confine”.
“Come membri di un popolo perseguitato e sfollato, abbiamo visto in Papa Francesco la viva compassione e solidarietà di Cristo”, continua Saiful. “L'incontro durante la sua visita è un momento profondamente toccante e indimenticabile nella storia della nostra comunità”.
Papa Francesco amava dire: “Non si può essere cristiani senza vivere da cristiani, e non si può essere cristiani senza praticare le Beatitudini. E una delle Beatitudini è accogliere lo straniero”. La comunità cristiana Rohingya ringrazia Dio per la sua vita e il suo ministero, dedicato alla giustizia, alla pace e all'unità del popolo di Dio.
“Preghiamo per la Chiesa cattolica e per tutti coloro che sono stati plasmati dalla sua guida”, aggiunge ancora Saiful. “Che possano trovare conforto e forza in questo momento di dolore. E che la memoria di Papa Francesco continui a ispirare la Chiesa globale a camminare nella misericordia, nella verità e nell'amore”.
Dando voce al lutto di tutta la comunità cattolica, l'arcivescovo di Dhaka mons. Bejoy N. D'Cruze, presidente della Conferenza episcopale, ha definito papa Francesco “uno straordinario leader dell’umanità che ha sostenuto la pace, la compassione e la dignità umana”. “È stato costantemente al fianco dei poveri, dei rifugiati, dei migranti e di tutte le comunità emarginate. Il suo sostegno all'armonia religiosa e al dialogo interreligioso rimarrà una luce guida per le generazioni a venire”.
“La morte di Papa Francesco non è solo una perdita profonda per i cattolici di tutto il mondo, ma anche un colpo significativo alla leadership morale e spirituale globale”, ha aggiunto l'arcivescovo D'Cruze. “Nella sua vita ha creato una cultura di presenza con i poveri, gli impotenti e i dimenticati. Possa ora essere il nostro faro nell'eternità. Preghiamo per il riposo eterno della sua anima”.
Papa Francesco ha lasciato un segno indelebile nella Chiesa cattolica in Bangladesh. Durante la sua visita apostolica nel 2017, ha ordinato 17 diaconi bangladesi al sacerdozio. Tra di loro c'era p. Josim Murmu, oggi 37enne, che oggi serve come parroco di Thakurgaon, nel nord del Bangladesh. “Ricordo ancora vividamente come mi ha abbracciato e toccato durante la nostra ordinazione - racconta ad AsiaNews -. È stato un momento bellissimo e sacro”.
Neofita, p. Josim fu battezzato nel 2003 e poi entrò in seminario. “Dopo la nostra ordinazione, ci disse: ‘Le vostre mani sono sante. Usate queste mani per un lavoro santo’. Ho custodito nel cuore queste parole da allora”, ha raccontato. “Mi hanno ispirato a condurre una vita dedicata a Dio e a servire con umiltà e amore”.
In onore del defunto pontefice, il governo del Bangladesh ha dichiarato tre giorni di lutto nazionale a partire da giovedì. Si sono tenute anche speciali preghiere interreligiose in ricordo del Santo Padre. Il consigliere capo Muhammad Yunus ha guidato personalmente la delegazione del Paese a Roma alle esequie di oggi. “Papa Francesco - ha scritto - è stato una figura imponente di chiarezza morale, umiltà e compassione nel nostro tempo. La sua dedizione di tutta una vita alla giustizia, alla pace e alla dignità di ogni essere umano è risuonata ben oltre il mondo cattolico. La sua leadership, radicata nei valori della fraternità e del servizio, ha ispirato gli sforzi globali per sollevare i poveri, proteggere i vulnerabili e costruire un mondo più umano e pacifico”..
11/08/2022 10:45