30/03/2012, 00.00
INDIA - ASIA
Invia ad un amico

I Paesi emergenti (Brics) vogliono contare di più: una Banca alternativa alla Banca mondiale

Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica insieme costituiscono il 28% dell'economia mondiale e il 56% della crescita economica totale. Essi chiedono di essere maggiormente rappresentati nel Fondo monetario internazionale e nella Banca mondiale, capeggiati da europei e statunitensi. Al varo una banca per lo sviluppo, amministrata e finanziata dai Brics per i Paesi in via di sviluppo. Richiesta la pace e la fine delle violenze in Siria e maggior dialogo per la situazione iraniana per non farla precipitare in un conflitto.

New Delhi (AsiaNews/Agenzie) - I cinque Paesi emergenti più importanti esigono di essere considerati di più nell'economia mondiale, dominata da Stati Uniti ed Europa e stanno pianificando il varo di una banca per sovvenzionare i Paesi in via di sviluppo, che farebbe concorrenza alla banca mondiale e all'Asian Development Bank.

L'incontro tenutosi nella capitale indiana fra i leader di Brasile Russia, India, Cina, Sud Africa (da cu:i Brics), è terminato ieri con una dichiarazione in cui, pur mostrando preoccupazione per la situazione economica mondiale e disponibilità ad aiutare l'Europa a superare la crisi, i Paesi emergenti esigono che la loro voce conti di più nelle strutture finanziarie internazionali, quali il Fondo monetario internazionale (Fmi, il cui presidente è sempre un europeo) e la Banca mondiale (Bm, il cui presidente è sempre un americano).

I Brics vogliono maggior rappresentanza nella Bm e nel Fmi e domandano che i loro capi vengano scelti in base al merito e non in base alla nazionalità (Usa o europea). Manmohan Singh, premier indiano ospitante, ha detto che "istituzioni di politica globale e di governo economico creati più di 60 anni fa non sono aggiornati rispetto ai cambiamenti del mondo".

I Paesi Brics rappresentano oggi il 28% dell'economia globale. E per il prossimo anno saranno i produttori di oltre il 50% della ricchezza mondiale. La leader brasiliana Dilma Rousseff ha dichiarato che i Brics sono stati "il motore più importante dell'economia mondiale  negli scorsi cinque anni. Insieme saremo responsabili di più della metà della crescita per il 2012, il 56%, secondo il Fmi".

Singh ha chiarito che proprio per questo, i Brics stanno valutando "la proposta di una banca di sviluppo per rapporti Sud-Sud, finanziata e amministrata dai Brics e da altre nazioni in via di sviluppo".

Il presidente sudafricano, Jacob Zuma, ha elogiato l'idea di una banca di sviluppo dei Brics, che potrebbe portare speranza a molti Paesi africani "esclusi dalle correnti principali di sviluppo del mondo".

La dichiarazione di Delhi si sofferma anche sulla situazione della Siria e dell'Iran, sottolineando che  "la stabilità, la pace, la sicurezza del Medio oriente e del Nordafrica hanno un'importanza vitale per la comunità internazionale".

Per la Siria, i Brics "chiedono la fine immediata di tutte le violenze e violazioni ai diritti umani"; per l'Iran essi sottolineano l'importanza del dialogo, senza permettere che la situazione "cresca fino a divenire un conflitto, le cui disastrose conseguenze non sono nell'interesse di nessuno".

India e Cina sono fra i maggiori partner petroliferi dell'Iran e si trovano in difficoltà a causa delle nuove sanzioni Usa contro Teheran, che blocca le transazioni finanziarie, rendendo difficili i pagamenti del petrolio.

TAGs
Invia ad un amico
Visualizza per la stampa
CLOSE X
Vedi anche
I Paesi emergenti pensano a una banca comune contro l’Occidente
25/03/2013
La sfida dei Brics: Sì a una nostra banca, contro Fmi e World Bank
16/07/2014
Aumenta il debito dei Paesi africani verso la Cina
18/12/2006
Il coreano Jim Yong Kim a capo della Banca mondiale nella "guerra" dei prestiti
17/04/2012
Crisi economica: non basta un potere mondiale
12/08/2011


Iscriviti alle newsletter

Iscriviti alle newsletter di Asia News o modifica le tue preferenze

ISCRIVITI ORA
“L’Asia: ecco il nostro comune compito per il terzo millennio!” - Giovanni Paolo II, da “Alzatevi, andiamo”