I Paesi dell’Asia centrale si accordano per una maggiore cooperazione
Firmato un accordo in Kirghizistan. Timori comuni per problemi generati da pandemia di Covid-19, ritorno al potere dei talebani in Afghanistan, guerra della Russia in Ucraina. Preoccupazioni anche per le spinte separatiste interne. Attenzione alla questione ecologica.
Mosca (AsiaNews) – È stato pubblicato il testo dell’accordo di “Amicizia, buon vicinato e collaborazione” tra i Paesi dell’Asia centrale, approvato lo scorso 21 luglio alla IV conferenza dei capi di Stato della regione, che si è tenuta a Čolpon-Ata in Kirghizistan. Lo hanno sottoscritto tutti i presidenti, tranne quello del Turkmenistan Serdar Berdymuhamedov, che ha promesso di firmarlo dopo le dovute “procedure interne statali”.
Il testo è apparso sul sito degli atti normativi e giuridici del Kazakhstan, e riporta una serie di impegni reciproci, in parte scontati, in parte condizionati dalle attuali tensioni internazionali. Nei punti dell’accordo si riflettono evidentemente le problematiche generate dalla pandemia di Covid-19, dal ritorno dei talebani alla guida del vicino Afghanistan, dalla guerra della Russia in Ucraina, dalle diatribe di frontiera e dalle sommosse interne in varie zone della regione negli ultimi tempi.
I Paesi firmtari promettono di non immischiarsi negli affari interni gli uni degli altri, e di risolvere ogni possibile conflitto di interessi per via pacifica. Questo comporta anche la disponibilità a offrire reciprocamente il proprio appoggio nel contrastare le minacce all’indipendenza e all’integrità territoriale dei Paesi centrasiatici, e di non aderire a blocchi militari.
Molta importanza viene assegnata alla cooperazione nella sfera militare e delle tecnologie belliche, nelle questioni che costituiscono interesse comune. Si afferma il ruolo prioritario dell’Onu come la più autorevole organizzazione internazionale, universalmente riconosciuta. I cinque Paesi sottoscrittori (Kazakhstan, Kirghizistan, Uzbekistan, Tagikistan ed eventualmente il Turkmenistan) concorderanno le proprie posizioni riguardo alla situazione internazionale, privilegiando il rafforzamento della pace e della sicurezza nell’Asia centrale.
Sempre in campo militare, i cinque si impegnano a contrastare la diffusione delle armi di distruzione di massa, e rifiutano di adottare armi nucleari nei propri arsenali. Un grande aiuto reciproco appare necessario nella lotta al terrorismo, al separatismo, alla criminalità organizzata transnazionale, alla delinquenza cibernetica, all’immigrazione illegale, al commercio di esseri umani, al traffico illegale di armi e di stupefacenti. È necessario prevenire e bloccare sul nascere la propaganda delle ideologie terroristiche ed estremistiche, anzitutto tra i giovani, e tenere sotto controllo le possibili espressioni di intolleranza religiosa, di xenofobia e discriminazione etnica.
Serve maggiore collaborazione nell’utilizzo delle risorse idro-energetiche, tenendo conto degli interessi della parti interessate, e aumentare gli sforzi per la bonifica del sistema ecologico del bacino del mare d’Aral e delle regioni intorno a esso. Servirà quindi una programmazione comune degli investimenti in questo e in altri campi, proteggendo reciprocamente gli sforzi economici, fondando compagnie miste e costruendo obiettivi logistici e infrastrutturali. È importante sviluppare il potenziale di trasporto merci e persone, aumentando le capacità della rete ferroviaria, autostradale, idrica e aerea delle comunicazioni, e semplificando le procedure amministrative nei sistemi di trasporto.
Insieme si dovranno affrontare le situazioni di emergenza per le calamità naturali e tecnologiche, lottando contro le conseguenze più nocive del degrado ecologico. Così si dovranno combattere insieme le epidemie e le infezioni più pericolose.
Si sottolinea che l’accordo è stabilito per un tempo indeterminato, e dopo la firma tutti i presidenti dovranno ratificarlo nelle proprie strutture parlamentari e decisionali.
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