19/03/2008, 00.00
CINA
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I “due mondi e i due sogni” della Cina e le Olimpiadi

Le Olimpiadi hanno causato finora maggior repressione contro i diritti umani. Ma sono lontane dai problemi quotidiani della gente comune: sanità, scuola, corruzione, lavoro. Un esperto dei diritti dei lavoratori dice come qualcosa può cambiare “dalla base”.

Pechino (AsiaNews/Agenzie) – “Oggi la Cina non è una ‘società armoniosa’ ed esprime ‘due mondi e due sogni’, molto differenti”. Ci sono “la nuova elite che ha il meglio e il popolo ordinario”, centinaia di milioni di persone che non contano nulla e il cui sogno è avere il necessario per la famiglia “fino al prossimo salario”. Lo dice Robin Munro, esperto del prestigioso China Labour Bullettin di Hong Kong, intervenendo il 27 febbraio avanti alla Commissione esecutiva del Congresso Usa (che monitorizza i diritti umani in Cina).

Munro ricorda come, in vista delle Olimpiadi, le violenze contro gli attivisti sono aumentate per ridurli al silenzio, con minacce e carcere persino per le loro mogli e gli avvocati: perché “qualsiasi azione pubblica che minaccia l’immagine ufficiale della Cina, o che introduce aspetti negativi delle Olimpiadi, è considerato comunque un crimine”. C’è persino il rischio che “lo stretto controllo sociale e politico attuato per le Olimpiadi diventi – anche dopo – il nuovo ‘normale’ regime di sicurezza. In questo caso, i Giochi avranno riportato indietro le libertà civili e i diritti umani”.

“Ciò nonostante, molti cinesi sono davvero orgogliosi di ospitare i Giochi, che auguro siano un successo. La Cina è una grande nazione e il suo popolo merita di avere le Olimpiadi, anche se il governo non le merita”.

Ma le Olimpiadi rimangono comunque lontane e “largamente irrilevanti” per i problemi quotidiani del Paese. Munro ricorda quattro emergenze immediate: l’assistenza sanitaria gratuita, da cui oggi sono esclusi centinaia di milioni di cittadini; l’istruzione pubblica gratuita per le famiglie povere e per i migranti; la corruzione, endemica a ogni livello, causa di grandi ingiustizie sociali, con il governo che punisce chi la denuncia e fa petizioni piuttosto che i corrotti; minimi salariali e migliori condizioni di lavoro per centinaia di milioni di persone.

Munro ha fiducia che qualcosa possa cambiare “dall’interno”, grazie alla maggior consapevolezza che lavoratori e rurali hanno dei loro diritti, nonché tramite il movimento per i diritti della base (c.d. movimento wei quan). Cittadini che in ogni parte del Paese formano gruppi apolitici per difendere i loro diritti contro ingiustizie o fatti di malgoverno. Perché – conclude - lo Stato può colpire le singole persone “ma ha timore della forza e del numero”.

 

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