Hudaydah, forze saudite lanciano una offensiva per strappare il porto agli Houthi
L’area riveste un'importanza strategica. È il principale punto di ingresso per gli aiuti umanitari nel Paese. Fino a sette milioni di persone confidano nell’assistenza esterna per sopravvivere. Oggi prevista una riunione urgente del Consiglio di sicurezza Onu. Appelli alla moderazione e al dialogo.
Sana’a (AsiaNews/Agenzie) - Le forze saudite hanno lanciato una imponente offensiva verso il porto di Hudaydah, controllato dagli Houthi e dall’importanza strategica, in seguito al rifiuto opposto dalle milizie sciite filo-iraniane di ritirarsi dall’area. Secondo quanto riferiscono alcuni media locali, le postazioni ribelli sono state oggetto di intensi bombardamenti dal cielo e dal mare.
Le agenzie umanitarie presenti nell’area hanno lanciato l’allarme per una possibile “catastrofe umanitaria” nel caso in cui la città sia oggetto di un attacco. Il rischio è che si possano registrare fino a 250mila vittime.
Il porto di Hudaydah è il principale punto di ingresso degli aiuti umanitari in Yemen, nazione teatro dal gennaio 2015 di un sanguinoso conflitto che vede opposte la leadership sunnita dell’ex presidente Hadi, sostenuta da Riyadh, e i ribelli sciiti Houthi, vicini a Iran ed Hezbollah. Nel marzo dello stesso anno una coalizione araba a guida saudita ha promosso raid contro i ribelli, finiti nel mirino dell’Onu per le vittime civili. Tra questi vi sono anche bambini.
Il vicario apostolico ha denunciato più volte la gravità del “disastro” in atto. Oggi gli Houthi occupano circa il 30% del territorio, soprattutto nel nord. A sud - controllato dal governo di Aden filo-saudita - si è formato un nuovo fronte di scontro con la comparsa di gruppi separatisti filo-emirati. In questo contesto di guerre e divisioni che hanno provocato almeno 10mila vittime si aggiunge il blocco imposto da Riyadh a novembre.
Nel Paese arabo fino a sette milioni di persone confidano negli aiuti e nell’assistenza umanitaria per poter sopravvivere.
La tv saudita Al-Arabiya conferma l’inizio delle operazioni per la “liberazione” del porto. Nell’area si registrano forti esplosioni e colpi di arma da fuoco. Il presidente Hadi ha affermato in una nota che si sono percorse “tutte le vie diplomatiche” possibili per costringere alla resa gli Houthi. Qualche ora prima i ribelli sciiti avevano ricevuto un ultimatum anche dalle truppe degli Emirati, secondo cui il tempo della contrattazione è scaduto.
Oggi, intanto, a New York è prevista una riunione urgente del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, per discutere dell’offensiva saudita. L’incontro, su richiesta della Gran Bretagna, si dovrebbe svolgere a porte chiuse verso mezzogiorno ora locale. Per la seconda volta in una settimana l’organismo Onu incaricato di mantenere pace e sicurezza si riunisce per discutere dello Yemen.
L’inviato speciale Onu per lo Yemen Martin Griffiths continua a mantenere aperto il canale dei negoziati per salvaguardare la funzionalità del porto, esortando le parti alla moderazione. Egli preme per la consegna dell’area a un comitato sotto la supervisione delle Nazioni Unite.
14/09/2018 08:55