Huawei denuncia il governo Usa: Ha bloccato le vendite e ci ha spiati
In una conferenza stampa nel quartier generale della compagnia a Shenzhen, l’accusa agli Usa di limitare un’equa competizione e danneggiare i consumatori americani. Nel 2010 l’Agenzia di sicurezza nazionale Usa avrebbe violato i server della Huawei per verificare i legami fra la compagnia e l’esercito cinese. Operazione “trasparenza” a Shenzhen e annuncio sul Wall Street Journal.
Shenzhen (AsiaNews) – Huawei, il gigante tecnologico, ha denunciato il governo Usa per una legge che blocca le vendite dei suoi prodotti nel Paese. E alle accuse degli Stati Uniti, secondo cui la compagnia serve allo spionaggio della Cina, risponde dicendo che in passato il governo Usa ha spiato la Huawei.
In una conferenza stampa tenuta oggi nel quartier generale della Huawei a Shenzhen, il presidente a rotazione, Guo Ping, ha affermato che “il Congresso Usa ha fallito di continuo nel produrre alcuna prova a sostegno delle restrizioni sui prodotti Huawei”. “Questo bando – ha aggiunto – non solo è fuori della legge, ma limita la Huawei nell’impegno a una giusta competizione, danneggiando alla fine i consumatori Usa”. Il gigante tecnologico vuole abolire la sezione 889 della legge sulla difesa nazionale del 2019, che proibisce alle agenzie del governo di acquistare prodotti Huawei e ZTE, un’altra compagnia di telecomunicazioni. La legge è stata firmata dal presidente Donald Trump lo scorso agosto.
Guo Ping ha anche accusato il governo Usa di aver hackerato “i nostri server e rubato nostre email e codici”. Pur non facendo precisi riferimenti, Guo Ping forse si riferisce ad articoli del Financial Times e del New York Times, secondo cui nel 2010, l’Agenzia di sicurezza nazionale Usa avrebbe violato i server della Huawei per verificare i legami fra la compagnia e l’esercito cinese.
La conferenza stampa di stamane è un altro degli strumenti di una campagna messa in atto dal gigante tecnologico per opporsi al governo Usa che ha ristretto l’uso di prodotti Huawei per motivi di sicurezza nazionale. Gli Stati Uniti spingono anche i suoi alleati a fare altrettanto. Australia e Nuova Zelanda hanno bloccato l’uso di prodotti Huawei, mentre Gran Bretagna e Germania hanno messo in stand-by la collaborazione, volendo studiare la situazione.
I timori dei governi pescano sul passato del fondatore di Huawei, Ren Zhengfei, un ex ingegnere dell’esercito di liberazione, e in una legge che obbliga i gruppi con base in Cina a dare aiuto tecnico ai servizi segreti del Paese.
Oltre a boicottare i prodotti Huawei, gli Stati Uniti accusano la compagnia di frodi e di aver violato le sanzioni Usa contro l’Iran. Per questo, la direttrice finanziaria di Huawei, Meng Wanzhou, la figlia di Ren Zhengfei, è stata arrestata in Canada e rischia di essere estradata negli Usa.
Ren ha detto che l’arresto della figlia è “motivato politicamente”.
La Meng ha denunciato il governo canadese per aver violato i suoi diritti umani fondamentali. In compenso, la Cina ha arrestato due personalità canadesi accusandoli di spionaggio. La Huawei sta anche facendo una campagna di “trasparenza”, invitando tutti i giornalisti a visitare il suo quartier generale a Shenzhen. Essa ha perfino acquistato una pagina intera del Wall Street Journal per rivolgersi agli americani, consigliando loro di “non credere a tutto quanto si dice”.
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