Hu Jintao celebra i 30 anni di riforme “nella stabilità”
Pechino (AsiaNews) – Il presidente cinese Hu Jintao ha detto che la Cina deve continuare le riforme e le aperture lanciate 30 anni fa, che hanno trasformato il Paese da un luogo di profonda povertà a una delle più grandi economie mondiali.
In un incontro nella Grande sala del popolo in piazza Tiananmen, davanti a circa 6 mila personalità del Partito comunista e militari, Hu ha ricordato il Terzo Plenum dell’11° Comitato centrale del partito comunista il 18 dicembre 1978, che ha deciso le riforme (economiche) e l’apertura (agli investimenti stranieri).
La dittatura di Mao aveva lasciato la Cina in una situazione di prostrazione e in una economia moribonda. Hu ha sottolineato che il Plenum di 30 anni fa, grazie all’opera di Deng Xiaoping, ha segnato una svolta nella storia del Partito e del Paese.
In tutti questi anni la Cina ha avuto una crescita media del 9,8%, il triplo della media mondiale. Il Prodotto interno lordo è passato da 360 miliardi di yuan (circa 36 miliardi di euro nel valore attuale) a quasi 25 mila miliardi di yuan (2500 miliardi di euro). “Ci è impossibile fare marcia indietro", ha detto Hu, "Lo sviluppo futuro della Cina deve dipendere dalla riforma e dall’apertura”.
Pur riaffermando questa politica, Hu ha fatto notare che lo sviluppo politico può venire solo legandolo a quello economico e che perciò tutte le riforme devono comunque avvenire nella “stabilità” e sotto la direzione del Partito.
“Noi abbiamo capito in profondità che lo sviluppo è la logica di base e la stabilità lo scopo basilare. Senza stabilità non potremo fare niente e perderemo tutto quanto abbiamo compiuto finora”.
Hu ha anche ricordato che vi sono ancora molti problemi da affrontare: un’agricoltura debole, zone rurali poverissime, povertà di creatività e innovazione.
La celebrazione dei 30 anni di riforme cade in un momento difficile per la Cina e il mondo, segnati dalla crisi economica globale. Decine di migliaia di fabbriche orientate all’esportazione sono state chiuse e cresce ogni giorno la disoccupazione. Allo stesso tempo centinaia di milioni di contadini e migranti – sfruttati finora come mandopera a basso costo - rimangono nella povertà e senza alcun beneficio sociale.
13/11/2017 08:14