Hu Jintao alla festa dei 10 anni di Macao. La gente domanda più democrazia
Macao (AsiaNews) – Due diversi appuntamenti hanno caratterizzato la giornata di ieri a Macao, nel 10° anniversario del suo ritorno alla Cina, dopo secoli di governo coloniale portoghese. Il primo è l’istallazione del nuovo capo dell’esecutivo (il terzo in 10 anni) alla presenza del presidente cinese Hu Jintao; il secondo, ore dopo, è stata la marcia e il raduno davanti agli uffici del governo di gruppi che chiedono maggiore democrazia e una casa.
Nel suo discorso Hu ha sottolineato i risultati ottenuti da Macao nell’economia pur nel mezzo della crisi globale, e ha elogiato il governo locale per gli sforzi con cui ha applicato il principio di “una nazione, due sistemi”, come pure il mantenimento di “armonia e stabilità” negli ultimi 10 anni.
Il presidente cinese ha pure suggerito di “far maturare le qualificazioni nella gente per accrescere la competitività di Macao”, addestrandola nel campo della politica, delle professioni e negli aspetti tecnici.
Da parte sua, il nuovo capo dell’esecutivo, Chui Sai-on, 52 anni, ha annunciato il piano quinquennale (2009-2014), con proposte che includono il diversificare l’economia di Macao, piani di sviluppo della zona del Delta delle Perle, un controllo più attento all’industria del gioco d’azzardo, sviluppi organizzativi e valorizzazione dell’eredità culturale. Chui ha anche promesso di migliorare i servizi sanitari, l’urbanistica e il settore delle case popolari.
Durante la sua visita (19-20 dicembre), Hu Jintao ha anche passato in rivista il contingente dell’esercito per la liberazione del popolo che staziona a Macao e ha messo la prima pietra per il nuovo campus dell’università di Macao, sull’isola di Hengqin (Zhuhai). Corredata delle più avanzate tecnologie, essa potrà ospitare 10 mila studenti.
Dopo alcune ore dalla cerimonia ufficiale, la New Macau Society, un gruppo della società civile, ha organizzato un raduno di massa in un parco della città. Il parlamentare cattolico Ng Kuok-cheong, presidente del gruppo, spiega ad AsiaNews che “la gente è insoddisfatta dei ‘piccoli circoli elettivi’ in cui solo 300 persone eleggono il capo dell’esecutivo”. Il raduno è servito per chiedere al governo cinese di dare a Macao maggiore democrazia, compresa la possibilità del suffragio universale e l’elezione diretta del capo dell’esecutivo entro il 2019.
Paul Chan Wai-chi, anch’egli parlamentare cattolico, parlando durante il raduno ha messo in luce la corruzione del governo, la mancanza di coraggio ad attuare uno sviluppo democratico, che causa molti problemi sociali. Egli ha pure domandato al governo di combattere la piaga dei lavoratori illegali, per proteggere i posti di lavoro della gente locale, e di risolvere presto l’urgente bisogno di case.
I partecipanti al raduno hanno criticato la politica governativa di vendere terreni a speculatori edilizi che li hanno trasformati in zone residenziali carissime, con affitti impossibili da pagare per i locali. Allo stesso tempo – essi dicono – vi è penuria di case popolari a prezzi contenuti.
Saul, 24 anni, nato a Macao e cristiano protestante, spiega ad AsiaNews che egli ha partecipato alla marcia perché spera che un giorno vi sarà l’elezione diretta del capo dell’esecutivo, per un “principio di equità”.
Se avesse la possibilità – egli dice – vorrebbe spiegare queste cose allo stesso presidente Hu Jintao, il quale, durante la visita, ha incontrato una famiglia in una visita preparata dal governo locale.
Saul, un insegnante di scuola media superiore, parla pure dei rischi nel vivere in una “città dei casinò”, ma spiega che la situazione sta migliorando: gli operatori dei casinò, infatti, offrono ora anche attività diverse dal gioco d’azzardo: intrattenimento, angoli per i bambini, centri commerciali.
Saul è comunque contento del ritorno di Macao alla Cina e spera di vederne crescere lo sviluppo.
03/10/2019 10:06
13/09/2021 12:25