Houla, esercito siriano contro ribelli: 88 morti, decine di feriti. Attivisti: un “massacro”
Damasco (AsiaNews/Agenzie) - È di almeno 88 morti - fra cui molti bambini - e decine di feriti il bilancio delle violenze avvenute ieri a Houla, nella provincia di Homs, fra ribelli siriani e forze governative fedeli al presidente Bashar al-Assad. Gruppi attivisti parlano di "massacro" e, se le cifre verranno confermate, si tratta di uno dei più sanguinosi attacchi dalla firma nell'aprile scorso di una tregua nominale. Intanto il segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon afferma che l'opposizione controlla "parti significative di alcune città" e, in una missiva inviata al Consiglio di sicurezza, conferma che la situazione resta "estremamente grave" e invita gli Stati membri a non armare i due fronti in conflitto fra loro.
Fonti locali riferiscono di altri 20 morti in episodi di violenza divampati ieri in tutta la Siria, al termine della preghiera del venerdì dopo che decine di migliaia di manifestanti hanno invaso strade e piazze.
Attivisti a Houla sottolineano che alcuni vittime sarebbero state "macellate" dalle milizie governative, altri uccisi nei bombardamenti o in esecuzioni sommarie. Su internet circolano fotogrammi e filmati relativi a bambini massacrati. I Comitati di coordinamento locale (Lcc) parlano di 88 morti, fra cui "molte donne e bambini". Il Consiglio nazionale siriano chiede l'intervento del Consiglio di sicurezza Onu perché intervenga a fermare le violenze.
Tuttavia, non è al momento possibile verificare in modo indipendente le notizie che arrivano dal Paese e nemmeno accertare l'autenticità dei video relativi ai massacri rilanciati dal web.
Intanto il segretario generale Onu torna sugli attacchi che hanno insanguinato la Siria nelle ultime settimane, con un richiamo particolare alla strage di Damasco di inizio mese che ha causato 55 morti. Ban Ki-moon parla di "gruppi terroristi ben radicati" che potrebbero essere all'origine degli attentati e che, finora, gli sforzi profusi per mettere fine al conflitto hanno fatto "piccoli progressi". "In generale la situazione in Siria - conclude il capo della diplomazia delle Nazioni Unite - resta estremamente grave".