Hong Kong: messi al bando film che minacciano la sicurezza nazionale
Il Parlamento cittadino ha approvato modifiche alle legge che regola la censura cinematografica. Il provvedimento potrebbe essere esteso ai video online. A rischio capolavori come “Da Pechino con amore” e “Ten Years”. Segretario al Commercio: nessuna ricaduta sull’Hollywood dell’Asia orientale.
Hong Kong (AsiaNews) – Il Parlamento cittadino (Legco) ha approvato oggi una modifica alla legge sulla censura cinematografica che permette all’esecutivo locale di mettere al bando film ritenuti una minaccia alla sicurezza nazionale. Diversi deputati pro-Pechino hanno chiesto che il divieto sia esteso ai video pubblicati sul web, una misura che secondo il segretario al Commercio Edward Yau Tang-wah deve essere studiata con attenzione.
Il segretario capo dell’amministrazione locale (di fatto il suo numero due) potrà ora ritirare dal commercio pellicole prima approvate, se esse “glorificano” o “sostengono” comportamenti contrari alla sicurezza nazionale. La decisione, caldeggiata da mesi dal governo centrale, infligge un altro duro colpo al sistema di libertà che la Costituzione cittadina (Basic Law) dovrebbe garantire. Analisti osservano che ormai qualsiasi attività di respiro pubblico a Hong Kong è una potenziale minaccia alla sicurezza, compreso onorare i caduti di Tiananmen o celebrare la festa nazionale di Taiwan.
Dopo l’approvazione della legge sulla sicurezza nazionale nel giugno 2020, imposta da Pechino, le autorità di Hong Kong hanno arrestato e imprigionato decine di leader democratici coinvolti nelle proteste anti-governative del 2019: per molti di loro, come il magnate cattolico dell’editoria Jimmy Lai, deve ancora iniziare il processo. Presi di mira dall’esecutivo di Carrie Lam, giornali indipendenti, organizzazioni, sindacati e gruppi studenteschi filo-democratici hanno chiuso i battenti.
L’emendamento votato oggi inasprisce le sanzioni contro chi proietta o vende film censurati: esse passano da un anno di carcere e 200mila dollari HK (22mila euro) di multa a tre anni di prigione e una ammenda di un milione di dollari HK (111mila euro). Yau ha dichiarato che la modifica non avrà ricadute negative sull’industria cinematografica di Hong Kong, considerata l’Hollywood dell’Asia orientale. Secondo diversi osservatori, invece, limiti alla creatività e alla libertà d’espressione danneggeranno la produzione.
Michael Luk, deputato filo-Pechino della Federation of Trade Unions, ha detto a Rthk che ci sono delle “linee rosse” anche negli Stati Uniti, dove non si producono film che “esaltano bin Laden , al-Qaeda o [altri] gruppi terroristi”.
Operatori del settore e cinefili si dicono preoccupati che pellicole famose come “Da Pechino con amore” e “Ten Years” potrebbero essere ritirate dal commercio. La prima è un’opera satirica di Stephen Chow che affronta il tema della corruzione in Cina; la seconda tratteggia un cupo futuro per Hong Kong sotto il controllo del Partito comunista cinese.
25/06/2021 12:46
21/06/2021 08:56