Hong Kong: mandato d’arresto e taglia per otto attivisti in esilio
L’incriminazione per violazione della Legge sulla sicurezza nazionale imposta da Pechino nel 2020. Fra i ricercati vi sono anche due ex parlamentari. Su di loro una taglia di quasi 118mila euro. Come membro dell’Interpol la Cina ne invoca l’estradizione. Essi sono accusati di aver invocato l’indipendenza di Hong Kong e di aver svolto “attività illegali”.
Hong Kong (AsiaNews) - La polizia di Hong Kong ha emesso mandati di arresto per otto attivisti da tempo in esilio, per violazione della draconiana Legge sulla sicurezza nazionale imposta da Pechino nell’ex-governatorato e usata per reprimere il dissenso. Fra questi vi sono anche gli ex parlamentari Ted Hui e Dennis Kwok, accusati di diversi reati fra i quali “sovversione” e incitamento all’indipendenza; le autorità hanno offerto una taglia in caso di cattura di oltre un milione di dollari di Hong Kong (quasi 118mila euro) per ciascuno dei ricercati.
Per la prima volta vengono offerte taglie per reati collegati alla norma pro-Pechino, che punisce atti di secessione, sovversione, terrorismo e collusione con forze straniere. Inoltre, l’annuncio è arrivato a una settimana di distanza dall’editoriale pubblicato sul quotidiano statale Ta Kung Pao, nel quale viene citato l’articolo 38 della famigerata legge secondo cui essa si applica anche alle persone che vivono al di fuori della città. In particolare, il testo prevede che la Cina, in quanto Paese membro dell’Interpol, possa richiedere la cooperazione di altre nazioni nel mondo per contribuire alla cattura di persone ricercate o fuggitivi sui quali pende un mandato di arresto.
Pubblicato a due giorni dal terzo anniversario dell’entrata in vigore della legge e a 26 anni dal pieno ritorno della città alla madrepatria cinese, il mandato di cattura riguarda: gli ex parlamentari Ted Hui e Dennis Kwok, gli attivisti Nathan Law, Anna Kwok, Elmer Yuen, Mung Siu-tat e Finn Law e l’avvocato Kevin Yam. Attualmente gli esiliati (nella foto di Hong Kong Free Press) si trovano in Canada, Australia, Stati Uniti e Gran Bretagna.
Il capo della polizia e responsabile dell’applicazione della Legge Steve Li ha sottolineato che l’offerta di una taglia “non è un modo per fare spettacolo” ma un tentativo ulteriore “di applicazione della norma”. L’obiettivo è quello di giungere all’arresto perché i sospetti, pur essendo fuggiti dalla città, continuano a svolgere attività illegali che mettono in pericolo Hong Kong, di cui i ricercati hanno anche “invocato l’indipendenza” o l’auto-determinazione in passato.
La nota della polizia precisa inoltre che il gruppo ha “violato in modo grave” le regole previste dalla legge e invoca sanzioni esemplari contro individui che hanno "violato gravemente" le regole tramando "per nazioni straniere per minare lo status finanziario di Hong Kong” e chiedendo "sanzioni contro i funzionari locali". Gli otto dovrebbero farsi avanti e arrendersi, ha concluso la polizia, di modo che i tribunali possano “valutare” l’ipotesi di “imporre loro una pena più lieve”.
Le forze dell‘ordine hanno dichiarato che 260 persone, di età compresa tra i 15 e i 90 anni, sono state arrestate per atti che mettono in pericolo la sicurezza nazionale negli ultimi tre anni, da quando è entrata in vigore la legge. Di queste, le autorità ne hanno incriminate e rinviate a processo i due terzi, ai quali si aggiungono anche cinque società.
13/10/2020 11:36