Hong Kong: diversi media esclusi dalla doppia celebrazione del primo luglio
Pubblicazioni locali e straniere non potranno coprire i 25 anni dal ritorno della città sotto sovranità della Cina e l’entrata in carica del nuovo capo dell’esecutivo cittadino. Motivo ufficiale: problemi di ordine sanitario per il Covid-19. L’ex colonia britannica sprofonda nella classifica sulla libertà di stampa.
Hong Kong (AsiaNews) – Porte chiuse per diversi media indipendenti locali e internazionali che non potranno coprire dal vivo i due eventi del primo luglio: l’entrata in carica del nuovo capo dell’esecutivo cittadino John Lee, e le celebrazioni per i 25 anni dal ritorno della città sotto sovranità cinese dopo il periodo coloniale britannico. Al doppio appuntamento potrebbe partecipare anche il presidente cinese Xi Jinping, che dallo scoppio della pandemia non ha mai lasciato la Cina continentale.
Le autorità non hanno esteso l’invito (di fatto un bando) alla Hong Kong Free Press (Hkfp) e ad altri media cittadini: InMedia, Pshk, Tmhk. Esclusi anche i nipponici Nikkei, Asahi Shimbun e Kyodo News, come la statunitense Getty Images, la taiwanese Ctv e la European Pressphoto Agency. Hkfp sottolinea di essere regolarmente registrata per seguire le attività del governo, come molti degli organi di stampa non invitati.
Alle due iniziative potranno assistere 20 giornalisti di media selezionati dal Dipartimento per i servizi d’informazione e 10 di altre pubblicazioni. Il governo ha giustificato le restrizioni alla presenza dei cronisti con problemi di ordine sanitario legati alla pandemia da Covid-19: un motivo usato più volte negli ultimi due anni e mezzo per non autorizzare manifestazioni pubbliche, come la tradizionale veglia per il massacro di Tiananmen.
L’Associazione dei giornalisti di Hong Kong ha criticato in modo duro la decisione delle autorità, esortando il governo a essere più inclusivo per mantenere il pubblico il più informato possibile. Organizzazioni internazionali a sostegno dei giornalisti come Committee to Protect Journalists e Reporter senza frontiere parlano di censura e di mancanza di credibilità da parte di Lee, secondo cui a Hong Kong è garantita la libertà di stampa.
Il 13 giugno Luo Huining, primo dirigente di Pechino a Hong Kong, aveva detto che la città ha bisogno di media “patriottici”. Per le autorità cittadine, libertà di parola e di stampa sono tutelate, ma non sono assolute e possono essere limitate per questioni di sicurezza nazionale.
Reporter senza frontiere evidenzia che nella classifica sulla libertà di stampa la città ha perso nell’ultimo anno 68 posizioni, piazzandosi al 148° posto. Dall’adozione su ordine di Pechino della draconiana legge sulla sicurezza nazionale due anni fa, a Hong Kong hanno cessato l’attività tre quotidiani indipendenti: Apple Daily del magnate cattolico Jimmy Lai (al momento in prigione), Stand News e Citizen News. Initium ha spostato invece le proprie operazioni a Singapore, mentre DB Channel ha sospeso operazioni nell’ex colonia britannica.
13/08/2020 12:28
07/09/2020 08:19