28/05/2024, 14.05
HONG KONG-CINA
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Hong Kong, primi arresti della 'nuova' sicurezza nazionale: colpita ancora Tiananmen

Nuovo provvedimento di arresto (notificato in carcere) per l'avvocatessa Chow Hang-tung e cinque altre persone che attraverso una pagina Facebook cercavano di tener vivo il ricordo delle vittime della strage degli studenti di 35 anni fa. La stretta alla vigilia dell'anniversario del 4 giugno. Rischiano fino a 7 anni di carcere. Avevano scritto: "Resistiamo alla riscrittura della memoria".

Hong Kong (AsiaNews/Agenzie) - La polizia di Hong Kong ha effettuato oggi i primi 6 arresti per il reato di “sedizione” ai sensi della nuova Legge sulla sicurezza nazionale approvata a marzo. E - come volevasi dimostrare - vanno a colpire figure note e reati di opinione legati al 4 giugno, l’anniversario del massacro di piazza Tiananmen. Il provvedimento è stato oggi notificato in carcere all’avvocatessa Chow Hang-tung, tra gli organizzatori dell’annuale veglia in ricordo delle vittime della repressione del 1989, voce simbolo della battaglia per le libertà a Hong Kong, di cui qualche mese fa pubblicavamo questo lucidissimo atto d’accusa sulla repressione fatto uscire dalla sua prigione. Con lei sono state arrestate anche altre cinque persone finora mai incriminate e che - attraverso una pagina Facebook a lei dedicata - da qualche settimana stavano pubblicando materiali legati alla memoria della strage degli studenti a Pechino e alle sue commemorazioni.

Il Dipartimento per la Sicurezza nazionale ha dichiarato che la donna, con l'aiuto di queste cinque persone, avrebbe utilizzato una piattaforma di social media a partire da aprile per “approfittare di una data sensibile in arrivo” (il 4 giugno, che non può essere nemmeno nominato oggi a Hong Kong ndr) e avrebbe “pubblicato continuamente post per incitare all'odio verso le autorità centrali, il governo della città e la magistratura”. Gli agenti di polizia hanno perquisito le abitazioni dei cinque arrestati - quattro donne e un uomo, di età compresa tra i 37 e i 65 anni - sequestrando oggetti tra cui dispositivi elettronici. Per il reato di "sedizione" rischiano fino a 7 anni di carcere.

Il segretario alla Sicurezza Chris Tang Ping-keung - durante una conferenza stampa tenuta nel pomeriggio - ha sostenuto che le misure cautelari non riguarderebbero “il soggetto dei post”, ma l’aver “sfruttato l'argomento, per incitare all'odio contro il governo centrale, il governo di Hong Kong e la magistratura”.

La pagina Facebook in questione si intitola ChowHangTungClub e dal 30 aprile sta pubblicando ogni giorno post sulla memoria dei fatti di piazza Tiananmen e sulle veglie che fino al 2019 si sono tenute a Hong Kong per ricordarle. L’iniziativa si lega alla battaglia legale di Chow Hang-tung, arrestata proprio per il suo ruolo nell’organizzazione di questi momenti che si tenevano a Victoria Park. Per questo dal settembre 2021 si trova in carcere e dopo quasi tre anni è ancora in attesa di un processo.

In un post pubblicato lo scorso 1 aprile Chow Hang-tung, indicando un indirizzo mail a cui inviare testimonianze, scriveva: “Se negli ultimi trent'anni avete partecipato alle veglie con la vostra candela, vi invito sinceramente a lasciare la vostra testimonianza in questo processo, per condividere le vostre esperienze e il significato di quel periodo. Se siete disposti a testimoniare in tribunale, ve ne sono immensamente grata; se non potete, lasciare queste testimonianze significa preservare la nostra vera storia. Così, a prescindere da come l'accusa cercherà di sminuire o distorcere il nostro passato condiviso con il suo linguaggio, non perderemo la strada per tornare e potremo trovare la forza di andare avanti grazie alle narrazioni della nostra comunità. Anche questa è una forma di ricordo. Anzi: è resistere alla riscrittura della memoria”.

“Sì, sto scoprendo le nostre carte, cosa che nelle cause ordinarie è spesso vista come ingenua e svantaggiosa - aggiungeva l’avvocata destinataria del nuovo arresto -. Tuttavia, dobbiamo liberarci dall'idea errata che le persecuzioni politiche siano equivalenti alle cause penali: i ‘fatti criminali’ ordinari sono spesso nascosti, non necessariamente visibili, e solo l'imputato conosce tutta la verità, e il compito dell'accusa è quello di scoprire ciò che si nasconde nell'oscurità. In questi casi, la strategia più ‘vantaggiosa’ per l'imputato è quella di rimanere in silenzio. Ma il nostro caso politico è diverso; gli ‘atti criminali’ di cui siamo accusati sono intrinsecamente pubblici, coinvolgono la partecipazione di molti, non riguardano gli affari privati dell'imputato. Il ruolo dell'accusa non è quello di scoprire la verità, ma di sopprimerla: estrarre e seppellire selettivamente i documenti pubblici che sono già alla luce del sole, per costruire una narrazione del crimine e lasciare una traccia autorevole nell'aula del tribunale. Pertanto - concludeva - ciò che è più ‘vantaggioso’ per noi non è stare al gioco della riscrittura della storia da parte di pochi, controllati dall'accusa, ma restituire il potere di scrivere la storia a tutti, permettendo a tutti i fatti di essere visti. Per quanto riguarda gli eventi del 4 giugno, è l'accusa, non noi, a voler nascondere e banalizzare i fatti”.

A oggi la pagina Facebook ChowHangTungClub ha raccolto poco più di 6.500 follower, un numero non poi così significativo per Hong Kong. Ma il fatto stesso che qualcuno abbia comunque sfidato la paura affidandogli le sue testimonianze, per chi governa oggi Hong Kong è una “sfida” da soffocare. “Coloro che intendono mettere in pericolo la sicurezza nazionale non devono illudersi di poter evitare le indagini della polizia con l'anonimato online”, ha dichiarato la polizia esortando il pubblico a “non lasciarsi ingannare da informazioni false o distorte, né incitare a prendere parte ad attività illegali che potrebbero mettere in pericolo la sicurezza nazionale”. Un avvertimento chiaro a una settimana dal trentacinquesimo anniversario dai fatti di piazza Tiananmen.

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