Hong Kong, la polizia rimuove le barricate di Occupy da Admiralty
Hong Kong (AsiaNews) - Un gruppo di ufficiali giudiziari scortati dalla polizia ha iniziato questa mattina a rimuovere le barricate dalla zona degli uffici governativi, occupata da quasi due mesi in modo pacifico da studenti e manifestanti democratici di Occupy Central. I funzionari hanno liberato la zona di Citic Tower nell'area di Admiralty, dove si trovano gli uffici dell'esecutivo, ma hanno lasciato il resto dell'accampamento dove i giovani dimostranti passano anche la notte. Gli studenti presenti sul posto hanno dichiarato di "non voler protestare" contro questa mossa, autorizzata da un'ingiunzione dell'Alta Corte.
I giudici hanno ordinato anche di "liberare" la zona di Mong Kok, anch'essa epicentro delle manifestazioni per la democrazia nel Territorio; sembra per ora al sicuro il terzo e ultimo campo dei dimostranti, quello di Causeway Bay. Come gesto di protesta, comunque rimasto pacifico, un gruppo di ragazzi ha smontato alcune barriere prima dell'intervento degli ufficiali giudiziari "per portarle a Tim Mei Avenue", campo principale di Occupy Central.
Lee Cheuk-yan, deputato del Partito laburista e grande attivista democratico, ritiene che il governo "dovrebbe cercare una soluzione pacifica per risolvere la situazione e far finire le proteste, invece che affidarsi ai tribunali. Non dovrebbero nascondersi dietro la Corte, usandola per emettere ingiunzioni. Bisogna negoziare senza usare la polizia. È molto chiaro il nostro desiderio di collaborare, ma allo stesso tempo noi vogliamo una vera democrazia".
Da quasi due mesi il movimento di "Occupy Central With Peace and Love" blocca alcune strade centrali esigendo piena democrazia per il Territorio. Pechino, che nel 2004 aveva promesso elezioni democratiche entro il 2017, alla fine di agosto ha stabilito (attraverso l'Assemblea nazionale del popolo, Anp) che tutta la popolazione di Hong Kong potrà votare per il nuovo governatore, ma si è riservata la scelta e il numero dei candidati da votare.
Il lungo sit-in di studenti e gruppi pro-democratici tende proprio a scalzare queste condizioni imposte dalla Cina, domandando anche le dimissioni di Leung Chun-ying, attuale "governatore" di Hong Kong, che è stato incapace a rappresentare i desideri del territorio di fronte a Pechino. Inoltre, Leung è ritenuto responsabile di non aver saputo gestire le proteste, usando la forza per sgombrare le dimostrazioni più imponenti.