Hong Kong, i manifestanti anti-estradizione si rivolgono ai Paesi del G20
Chiedono il ritiro della controversa proposta di legge e le dimissioni del capo dell’esecutivo. Circa 1.500 persone presentano le loro istanze a quasi 20 uffici e consolati stranieri nel Territorio. Annunci pubblicitari compariranno su importanti quotidiani esteri a partire da domani e fino al 29 giugno.
Hong Kong (AsiaNews/Agenzie) – La campagna popolare contro la proposta di legge sull’estradizione – ora sospesa dal governo di Hong Kong – tenta di richiamare l’attenzione del mondo in vista del 14esimo vertice tra i leader del G20, in programma ad Osaka (Giappone) tra il 28 ed il 29 giugno prossimi. Circa 1.500 persone, suddivise in tre gruppi, da questa mattina consegnano petizioni ai consolati stranieri in tutto il Territorio; su internet riscuotono successo le raccolte fondi per finanziare annunci sulla stampa internazionale.
I manifestanti hanno presentato la petizione presso il consolato degli Stati Uniti e l'ufficio locale dell'Unione europea in Central (il cuore del Territorio), così come il consolato britannico ad Admiralty. Gli attivisti si sono poi divisi in tre gruppi per consegnare il documento ad altri 16 consolati. Uno dei gruppi ne visiterà sette tra Central e Admiralty, compresi quelli di Canada, Germania e Giappone; gli altri due nove a Wan Chai e Causeway Bay, tra cui quelli di Australia, Russia e Indonesia.
Essi non hanno intenzione di presentare la petizione presso gli uffici di Pechino aperti nel Territorio. Ventus Lau Wing-hong, uno degli organizzatori dell’iniziativa, ha annunciato attraverso un altoparlante portatile che tutti e tre i gruppi non hanno ricevuto lettere di obiezione da parte della polizia: avranno via libera fino alle cinque di oggi pomeriggio.
Dopo le dimostrazioni del 9 e del 16 giugno, molti gruppi hanno giurato di voler continuare manifestazioni e sit-in, domandando con insistenza le dimissioni della Lam. Pechino rinnova il suo sostegno al capo dell’esecutivo. Il viceministro cinese degli Affari esteri, Zhang Jun, due giorni fa ha ribadito che la Cina si assicurerà che la reazione pubblica e le proteste di massa contro il disegno di legge non siano citate o discusse durante il vertice del G20.
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