Hong Kong, ex collaboratori Jimmy Lai contro BDO: complice in abusi e violazioni
Mark Clifford e Gordon Crovitz, alti dirigenti di Next Digital, hanno presentato una denuncia contro la società globale di revisione contabile. Avrebbe consentito violazioni ai diritti fornendo servizi essenziali alle autorità di Hong Kong. Una iniziativa che getta più di un’ombra sugli “aiuti” alle autorità governative nella repressione delle voci critiche.
Hong Kong (AsiaNews) - Due ex dirigenti di Next Digital hanno avviato una causa contro la società globale di revisione contabile BDO, accusandola di aver aiutato le autorità di Hong Kong a liquidare l’attività fondata da Jimmy Lai, attivista cristiano pro-democrazia in cella dal 31 dicembre 2020. Una iniziativa che, oltre a riportare l’attenzione sul magnate imprigionato e la crescente repressione della libertà di stampa nella ex colonia britannica, mira a far luce sul sostegno “esterno” di società, enti e organismi alle autorità di Hong Kong (e Pechino) nella repressione di voci critiche.
Alla fine del 2021 un tribunale ordinò la liquidazione di Next Digital Limited, fondata da Lai nel 1990 come società madre di Apple Daily e a lungo la più grande realtà legata ai media a Hong Kong. Da quel momento la società risulta essere controllata da amministratori nominati dalle autorità stesse. L’ordine del tribunale arrivò dopo le incursioni della polizia nella redazione del quotidiano pro-democrazia e il congelamento di 18 milioni di dollari di Hong Kong in beni della Next Digital nel giugno 2021. Inoltre, Lai è stato incriminato in base alla controversa legge sulla sicurezza nazionale imposta da Pechino ed è tuttora sotto processo per collusione e sedizione.
Secondo quanto riferisce Hong Kong Free Press (Hkfp), Mark Clifford e Gordon Crovitz, entrambi ex direttori di Next Digital, hanno presentato una denuncia al governo britannico lo scorso dicembre. Nella deposizione di 32 pagine i due alti funzionari della società sostengono che “BDO ha consentito abusi [dei diritti umani] fornendo servizi essenziali al governo di Hong Kong”. Inoltre Clifford, ex caporedattore del South China Morning Post, e Crovitz, già editore del Wall Street Journal, hanno dichiarato nel documento di aver dovuto lasciare l’ex governatorato a causa del rischio di arresto da parte delle autorità di sicurezza nazionale della città.
I due hanno affermato che la filiale locale della BDO, una società di contabilità globale con sede nel Regno Unito, e Clement Chan, amministratore delegato, hanno “agito come un’agenzia quasi governativa” per volontà dei vertici di Hong Kong “senza alcun controllo giudiziario”. Nel luglio 2021, poco dopo raid e arresti, con conseguente congelamento dei beni, Clement Chan - che dal 2022 presiede il Consiglio dei consumatori della città - è stato incaricato dal responsabile delle finanze Paul Chan di indagare sugli affari finanziari di Next Digital. Nel settembre dello stesso anno, Clement Chan ha presentato un rapporto provvisorio al capo delle finanze, che ha poi citato il “pubblico interesse” per ordinare la liquidazione di Next Digital.
Clifford e Crovitz hanno affermato che, assumendo il ruolo di controllori e liquidatori, Chan e BDO hanno violato le regole stabilite dall’Organizzazione intergovernativa per la cooperazione e lo sviluppo economico. BDO - accusao - non si sarebbe astenuta “da un coinvolgimento improprio in attività politiche”, agendo in realtà come ispettore dello stato finanziario di Next Digital. Chan, citato in un articolo della Reuters, ha affermato che il suo ruolo è stato una “nomina personale” da parte del capo delle finanze ai sensi dell’ordinanza sulle società della città, mentre non ha voluto rispondere alle domande avanzate da Hkfp. La nomina di Chan a ispettore di Next Digital è stata prorogata più volte, l’ultima di sei mesi annunciata a luglio. Al contempo, in una risposta scritta via e-mail un portavoce di BDO Global ha dichiarato che la società “non può fornire ulteriori informazioni” a causa degli obblighi di riservatezza relativi al procedimento nel Regno Unito.
Oltre ad aver dato vita a uno dei quotidiani più illustri e apprezzati in tema di indipendenza e serietà, almeno sino alla chiusura imposta dalle autorità filo-cinesi, Jimmy Lai è anche famoso per essere una delle personalità più in vista della comunità cattolica cittadina. Egli si trova in carcere da oltre tre anni e mezzo, sostenuto dalla sua fede cristiana. Il suo processo - che si trascina ormai da mesi - è diventato per le autorità filo-Pechino che governano oggi Hong Kong l'occasione per tacciare di collusione - anche con accuse grottesche - qualsiasi voce e iniziativa in favore della demorazia a Hong Kong.
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