Hong Kong, approvate le candidature ‘patriottiche’ per il nuovo Parlamento
Presenza democratica quasi azzerata dopo la riforma elettorale. Solo 11 candidati su 153 si dichiarano estranei alle forze pro-Pechino. Ammessa una candidata impegnata nelle proteste democratiche del 2019-2020. Il nodo dell’affluenza al voto.
Hong Kong (AsiaNews) – Il Comitato per la sicurezza nazionale chiamato a vagliare i candidati per le prossime elezioni ha escluso solo una domanda delle 154 presentate. Partecipazione del fronte democratico quasi azzerata: il nuovo Legco, il Parlamento cittadino, sarà dominato da esponenti pro-Pechino.
Il voto si terrà il 19 dicembre, a più di un anno dal loro rinvio e dalla conseguente proroga dei legislatori in carica. Al momento il Parlamento è boicottato dai deputati democratici; in larga parte le forze anti-establishment hanno rinunciato a candidarsi. In base alla nuova e controversa legge elettorale solo 20 membri su 90 saranno eletti col voto popolare; ai 40 nominati dal Comitato elettorale filo-Pechino si aggiungeranno poi 30 deputati scelti tra i rappresentanti delle professioni, anch'essi legati al governo.
Come ribadito nella terza “risoluzione storica” del Partito Comunista cinese, approvata l’11 novembre dal 6° Plenum del Pcc, solo candidati “patriottici” possono concorrere al voto per il rinnovo del Legco: un eufemismo per definire quelli fedeli al Partito e alle autorità.
Per essere ammessi alla contesa elettorale, un candidato non deve rappresentare una minaccia per la sicurezza nazionale, sostenere la Basic Law (la mini-Costituzione della città) e mostrarsi fedele all’esecutivo cittadino. Tra quelli accettati, solo 11 concorrenti si sono dichiarati estranei alle forze pro-establishment.
L’unica vera personalità democratica in gara è la consigliere distrettuale Mandy Tam, che durante le proteste del 2019-2020 ha usato lo slogan ora illegale “Liberate Hong Kong, rivoluzione del nostro tempo”. Correrà nel distretto di Kowloon Central, dove il grande favorito è il deputato in carica Starry Lee, un fedelissimo del Partito.
L’esecutivo di Carrie Lam afferma che i candidati ammessi rappresentano tutto lo spettro politico della città. Analisti osservano che la percentuale dei votanti decreterà il successo o meno del giro di vite ordinato da Pechino per eliminare la presenza democratica nel Legco.
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