Hong Kong, Pechino "usa la mafia per eliminare Occupy Central"
Hong Kong (AsiaNews) - Gli "attacchi mirati" che si sono verificati ieri ai danni di manifestanti democratici "non sono altro che una tattica comunista, vecchia e molto nota. Usano la gente per mandarla contro altra gente: in questo modo eliminano chi non è gradito senza sporcarsi le mani davanti ai giornalisti". Lo ha denunciato questa mattina Martin Lee, 76 anni, fondatore del Partito democratico di Hong Kong. Secondo Lee, da decenni in campo per la democrazia nel Territorio, la presenza fra i violenti di membri delle triadi "non fa altro che confermare i nostri peggiori sospetti. Vogliono eliminarci a tutti i costi".
Gli scontri violenti sono avvenuti a Mong Kon, zona commerciale della penisola di Kowloon, e intorno ai palazzi del potere di Central. Qui, oramai da una settimana, centinaia di migliaia di persone hanno manifestato in maniera pacifica per chiedere a Pechino di "mantenere le promesse" e concedere la democrazia a Hong Kong. L'assalto operato dalla polizia contro un gruppo di studenti inermi, avvenuto lo scorso 29 settembre, ha convinto la popolazione a sostenere le manifestazioni.
Forse per evitare un nuovo effetto boomerang, ieri a scendere in piazza non sono stati gli agenti di polizia ma gruppi organizzati di "civili" - che parlano mandarino e non cantonese - che hanno cercato di rompere i picchetti e far salire la tensione. Le autorità non sono intervenute, lasciando campo libero alla violenza: oggi invece sono state arrestate 19 persone, di cui "alcune" con un passato mafioso.
A fronte di questa situazione, la Federazione degli studenti ha deciso di annullare gli incontri previsti con la Segretaria generale del Territorio, Carrie Lam. In un comunicato, la Federazione ha affermato di "non aver altra scelta se non quella di cancellare gli incontri, dato che la polizia ha chiuso gli occhi sugli attacchi contro i manifestanti condotti in diverse zone della città e in particolare contro il presidio degli studenti a Mong Kok". Benny Lai, professore di legge e uno dei tre fondatori di Occupy Central, ha sostenuto la versione degli studenti affermando che gli aggressori, che hanno ferito una decina di giovani, erano membri delle triadi.
Queste organizzazioni mafiose, particolarmente presenti nel sud della Cina, sono tradizionalmente favorevoli al governo di Pechino. Testimoni oculari affermano che alcuni dei cosiddetti "anti-Occupy" sembravano veramente essere cittadini di Hong Kong, ma aggiungono che la maggioranza era composta da uomini tra i 30 e i 40 anni in calzoncini e maglietta e con vistosi tatuaggi sui bicipiti, circostanza confermata da decine di foto diffuse dai presenti su Twitter e sugli altri siti di comunicazione sociale.