Homs, il patriarca e decine di vescovi per il funerale di Mor Boutros Al Nehmeh
Il vescovo siro-ortodosso è deceduto il 7 dicembre in un ospedale di Damasco, per un male incurabile. I cristiani siriani perdono “un punto di riferimento” in questi anni di guerre e violenze. Per il presidente della Federazione degli Aramei “è rimasto con coraggio a capo dei suoi fedeli, trasmettendo loro fiducia, sicurezza e speranza”.
Homs (AsiaNews) - Sono in programma oggi i funerali di Mor Boutros Al Nehmeh, vescovo siro-ortodosso di Homs, Hama e Tartous, deceduto il 7 dicembre scorso in un ospedale di Damasco dove era ricoverato per un tumore incurabile al cervello, scoperto solo due mesi fa. Nelle scorse settimane cristiani in patria e all’estero si sono mobilitati nel tentativo di trovare una cura per il prelato nato a Sadad il 4 settembre del 1968, il cui male era emerso improvviso in seguito a una paralisi importante.
Per i cristiani della regione si tratta di una grande perdita e un dolore profondo, perché hanno perso “un punto di riferimento” in questi nove anni di guerra e violenze jihadiste in Siria. Scoperto il male, i medici della capitale hanno subito avvertito che non vi erano possibilità di sopravvivenza perché il cancro era troppo esteso.
Il giorno successivo al decesso, l’8 dicembre, la salma del vescovo è stata trasportata a Homs nella chiesa “Emo Zunoro”, dove sono in programma le esequie alla presenza del patriarca Efrem Karim II e di decine di vescovi. Seguendo le ultime disposizioni, il corpo verrà seppellito nella cittadina natale di Sadad.
In una nota inviata ad AsiaNews Melki Toprak, presidente della Federazione degli Aramei in Svizzera, parla di “grande perdita non solo per la comunità locale, ma per tutta la Siria e la Chiesa mondiale”. In questi anni di guerre e violenze in Medio oriente, e in Siria a partire dal 2011 con la guerra civile, poi trasformatasi in conflitto per procura, “il vescovo defunto è rimasto con coraggio a capo dei suoi fedeli, trasmettendo loro fiducia, sicurezza e speranza”.
“Non è stato facile - osserva Melki Toprak - convincere le famiglie a restare nella terra degli antenati, nonostante i bombardamenti, le invasioni e il terrorismo perpetuato dall’Isis, così come le occupazioni delle chiese della sua diocesi da parte dei gruppi terroristici”. Oltre all’occupazione abusiva, prosegue, “diversi luoghi di culto […] sono stati abbattuti, danneggiati e bruciati: oggi sono visibili ancora le tracce dovute a quei gesti crudeli, chiese sconsacrate, altare distrutti e dati alle fiamme, icone squarciate e crocifissi demoliti”.
Mor Boutros Al Nehmeh è nato a Sadad, un centinaio di chilometri a nord-est della capitale Damasco, il 4 settembre 1968. Rimasto senza i genitori, all’età di nove anni è giunto all’orfanotrofio di Homs dove ha concluso la formazione obbligatoria presso la scuola di san Giorgio (Mor Gewargis). Nel 1982 è stato consacrato chierico nella chiesa “Emo Zunoro d Yoldath Maryam” (in aramaico, ‘Cintura della vergine Maria’) di Homs e dopo due anni si è trasferito a Damasco per frequentare la scuola del monastero di Sant’Efrem.
Nel 1990 è stato consacrato monaco per poi continuare i suoi studi teologici ad Atene in Grecia: sei anni più tardi ha ottenuto il diploma terminando la sua formazione accademica. Fra due giorni avrebbe festeggiato i 21 anni dalla consacrazione episcopale. Oltre all’aramaico, all’arabo all’inglese e al greco, conosceva anche il portoghese, imparato in Brasile dove è stato inviato in missione presso la comunità di Belo Horizonte.