Hokkaido, stop alle ricerche: 40 morti. La diocesi apre a chi ha bisogno di aiuto
Circa 2.700 persone ancora nei centri di soccorso. L’energia elettrica è tornata, ma è ancora instabile. 8mila case senza acqua corrente. Vescovo di Sapporo: speriamo di tornare presto alla normalità.
Sapporo (AsiaNews) – Sono 40 le persone che hanno perso la vita nell’ultimo violento terremoto che il 6 settembre ha scosso l’isola di Hokkaido, nel nord del Giappone. È il governo ad annunciare il conto che appare definitivo, mentre le operazioni di soccorso si interrompono.
Il terremoto di magnitudo 6.7 ha colpito l’isola alle 3.08 del mattino dello scorso 6 settembre, lasciando i cittadini al buio e distruggendo case e infrastrutture. Al momento, circa 2.700 persone vivono ancora in centri di accoglienza istituiti dallo Stato. La fornitura elettrica è stata ripristinata, ma resta instabile. La prefettura e la Hokkaido Electric Power Co. chiedono ai residenti di limitarne l’uso. Intanto, circa 8mila case sono prive di acqua corrente.
La Chiesa giapponese è intervenuta subito a sostegno della popolazione. “Ho dato ordine di aprire le parrocchie per accogliere le vittime – riferisce ad AsiaNews mons. Bernard Katsuya, vescovo di Sapporo – in particolare i viaggiatori stranieri e le persone diversamente abili. Il centro diocesano sarà aperto per le persone che avranno bisogno. In questo momento [due giorni fa, ndr] ci occupiamo delle emergenze. Visto che le infrastrutture sono in veloce riparazione, speriamo che la situazione torni presto alla normalità Ci sarà bisogno di organizzare assistenza a lungo termine e scegliere volontari. Le scosse di assestamento continuano, e le persone cercano di essere pronte, mettendo da parte cibo e acqua”.
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