He Jiankui, il manipolatore di geni, dal carcere agli studi contro l’Alzheimer
Nel 2018 era finito al centro delle polemiche per la modifica del Dna di due embrioni per prevenire la trasmissione dell’Hiv. Per queste ricerche era stato condannato a tre anni di prigione. Ora propone ricerche - sui topi - per combattere l’Alzheimer. Moderna apre a Shanghai con investimenti per un miliardo di dollari.
Pechino (AsiaNews) - He Jiankui, discusso scienziato cinese al centro in passato di feroci polemiche della comunità scientifica mondiale per i suoi esperimenti controversi che prevedevano la manipolazione genetica di nascituri, vuole usare una tecnica analoga per la prevenzione del morbo di Alzheimer. Il biofisico, che già nel 2018 aveva scioccato il mondo annunciando di aver alterati geni di embrioni per renderli immuni all’Hiv, propone ora di verificare se una “particolare mutazione” genetica possa conferire protezione contro la causa più comune di demenza. Secondo quanto pubblicato dallo stesso scienziato su Twitter la scorsa settimana, nello studio non saranno impiantati embrioni umani per indurre una gravidanza - quindi non nasceranno bambini - e le prime prove saranno effettuate sui topi da laboratorio.
Sul dottor He pende un divieto “a vita” di ricerca nella tecnologia riproduttiva, quindi non è chiaro al momento come intende procedere nell’esperimento, che richiede peraltro permessi governativi e approvazioni del comitato etico. Egli ha finora annunciato che la mutazione genetica degli embrioni sulla quale vuole lavorare permetterà di ridurre la formazione di una placca nel cervello, la quale rappresenta il segno distintivo della patologia legata all’Alzheimer.
Il controverso scienziato ha ripreso le ricerche creando un nuovo laboratorio, dopo essere stato rilasciato di prigione nel 2022 allo scadere della pena detentiva di tre anni comminata dai giudici per i suoi precedenti esperimenti. Un lavoro rimasto segreto ed emerso solo a risultati raggiunti - con la nascita di due gemelle - che ha ricevuto la condanna della comunità internazionale per un uso ritenuto irresponsabile di una tecnologia i cui effetti a lungo termine sono poco conosciuti.
La vicenda risale al 2018, quando lo scienziato cinese si era guadagnato l’appellativo di “manipolatore di geni” e di “grande azionista” delle industrie del settore, per l’esperimento finalizzato alla modifica del Dna di due embrioni per proteggerli dall’Hiv. Egli avrebbe fatto nascere due bambine, Lulu e Nana, immuni della malattia potenzialmente trasmissibile dal padre sieropositivo. Tuttavia, sul lavoro vi erano ombre per il legame con diverse ditte farmaceutiche che operano nella genetica, oltre all’uso già diffuso di tecniche collaudate e più sicure per bloccare la trasmissione del virus. Alcuni colleghi lo avevano accusato di usare “un cannone per colpire un uccellino”, oltre a manifestare preoccupazioni etiche e scientifiche sulle conseguenze delle modifiche dei genomi che rischiano di essere ereditarie e compromettere le future generazioni.
Le tecnologie di manipolazione genetica si sono rivelate utili per la cura dei disturbi genetici e delle malattie rare, ma gli studi sono strettamente regolamentati e la maggior parte dei Paesi, compresa la Cina, ne vieta l’alterazione negli embrioni umani. Le modifiche, infatti, potrebbero essere trasmesse anche alle generazioni future, con conseguenze a livello potenziale “indesiderate” e la cui portata non è prevedibile. Ancora oggi poco si sa delle bambine nate nel 2018 in seguito agli esperimenti del dottor He i quali utilizzavano la tecnologia “Crispr” di cui, studi successivi, ne hanno dimostrato la pericolosità perché in grado di causare gravi effetti collaterali nelle cellule degli embrioni umani.
Intanto l’industria farmaceutica Moderna, conosciuta dal grande pubblico per aver prodotto uno dei due vaccini anti-Covid basato sulla tecnologia a Rna messaggero (assieme a Pfizer), sbarca a Shanghai con un piano di investimenti di un miliardo di dollari. Oggi è prevista la firma del gigante statunitense con l’amministrazione della metropoli, con l’obiettivo di promuovere i prodotti basati su mRna all’interno del mercato cinese. Fonti locali riferiscono che l’amministratore delegato di Moderna sarebbe già atterrato a Shanghai per la firma dell’accordo e del relativo piano di investimento diretto estero (Ide), preceduto dalla formazione di una entità giuridica, passo preliminare per l’ingresso nel mercato cinese. L’ingente somma di denaro investita servirà per lo sviluppo di diversi progetti e per la produzione di vaccini.
30/12/2019 11:58