Hanoi: in migliaia alla fiaccolata per la liberazione dell’avvocato cattolico Le Quoc Quan
Hanoi (AsiaNews) - Ieri sera migliaia di cattolici di Hanoi hanno partecipato a una fiaccolata di sostegno e solidarietà per l'avvocato cattolico Le Quoc Quan, in cella da mesi con l'accusa di "frode fiscale"; il prossimo due ottobre l'attivista comparirà davanti ai giudici per la prima udienza del processo, in programma in un primo momento a luglio e cancellata all'improvviso dal tribunale. Per il dibattimento in aula, nelle settimane precedenti si era preparato digiunando e pregando, ma una "indisposizione" all'ultimo minuto del giudice aveva determinato lo slittamento dell'udienza. La parrocchia di Thai Ha (nella foto) era gremita di fedeli, con cartelli e manifesti in cui chiedono al governo vietnamita il "rilascio immediato" del legale in prigione dal dicembre scorso. La maggior parte dei partecipanti alla manifestazione sono giovani studenti delle università e degli istituti superiori di Hanoi, che hanno deciso di sfidare il divieto imposto dalle autorità scolastiche e partecipare comunque alla protesta pacifica.
Iniziative simili - preghiere e fiaccolate - si sono tenute nella serata di ieri anche a Ho Chi Minh City e a Vinh, teatro di un violento attacco contro il vescovo e i fedeli da parte delle autorità locali e dei media governativi e città natale dell'avvocato cattolico. Le Quoc Quan è pure membro della Commissione di Giustizia e Pace della Conferenza episcopale vietnamita.
Fra le figure più importanti e significative dell'attivismo cattolico in Vietnam, il legale è stato arrestato da funzionari del governo vietnamita il 27 dicembre 2012 con accuse pretestuose e false di "frode fiscale" Un atto condannato con forza da moltissime associazioni pro-diritti umani di tutto il mondo.
Il 29 gennaio 2008, nel corso di una protesta alla cattedrale di San Giuseppe ad Hanoi contro l'esproprio degli edifici sede della nunziatura apostolica, egli era intervenuto per salvare una donna Hmong dalle violenze brutali di polizia e militari. La sola colpa della donna della minoranza cristiana era quella di voler portare dei fiori alla statua della Madonna, presente un tempo all'interno della rappresentanza diplomatica. Lo stesso Le Quoc Quan è stato più volte oggetto di percosse e violenze nel corso di manifestazioni di piazza, di perquisizioni e vessazioni psico-fisiche. Fra le più gravi quella del 19 agosto 2012, quando un gruppo di agenti della capitale lo ha fermato alle 8 di sera mentre tornava a casa e colpito più volte, provocando gravi ferite a collo, schiena e ginocchia.
Infine, il 18 dicembre dello stesso anno egli ha pubblicato sul proprio blog un articolo critico sulla gestione del potere da parte del governo comunista vietnamita, contrario a qualsiasi ipotesi di emendamento della Costituzione che - ad oggi - prevede il dominio del partito unico. Nel pezzo, rilanciato anche dalla Bbc, egli ha scritto che "possono pure mandarmi in prigione, ma non smetterò per questo di credere nel valore dell'essere umano". Nove giorni più tardi, il 27 dicembre, è stato arrestato mentre portava la figlia a scuola. Gli agenti hanno perquisito i suoi uffici, sequestrato documenti e accusato di frode fiscale. Egli è rinchiuso nella prigione di Hoa Lo, senza alcun contatto con la famiglia o il legale; se condannato rischia fino a tre anni di galera e una pesante multa.