Hanoi e Francesco: il seme del dialogo che ha già portato frutto
Nelle chiese vietnamite celebrazioni pubbliche di suffragio per il pontefice. Anche un funzionario del governo comunista è andato a nome delle autorità a bruciare incenso in sua memoria nella sede della Conferenza episcopale. Al conclave non ci sarà nessun cardinale di questa Chiesa vivace e coraggiosa. Ma tutti ricordano quando Francesco disse: "In Vietnam il mio successore ci andrà sicuramente".
Milano (AsiaNews) - Lunghe code di fedeli a rendere liberamente e pubblicamente omaggio a papa Francesco nelle cattedrali. E un funzionario del governo che si reca a bruciare incenso a nome del governo davanti all'immagine del pontefice nello spazio per le condoglianze allestito nella sede della Conferenza episcopale. Mentre gli occhi degli analisti si esercitavano nell'esegesi delle due righe di cordoglio pubblicate in Cina dall'Associazione patriottica, nel vicino Vietnam - spesso indicato come un modello per il delicato percorso delle relazioni tra il Vaticano e Pechino - la morte di Francesco ha mostrato dove veramente il seme del dialogo sta già portando molto frutto.
La notizia della morte di Francesco è arrivata in Vietnam lunedì proprio mentre i vescovi erano riuniti per la sessione primaverile dell' assemblea della Conferenza episcopale. Da lì una delegazione guidata dal presidente, l'arcivescovo di Ho Chi Minh City mons. Joseph Nguyen Nang, si è recata a Roma per prendere parte ai funerali del pontefice mentre i siti delle diocesi si riempivano di notizie su papa Francesco, i racconti da Roma e il cordoglio dei cattolici vietnamiti.
Anche il governo di Hanoi - pur non avendo ancora relazioni diplomatiche piene con la Santa Sede - non ha solo inviato una propria delegazione alle esequie in piazza San Pietro. Ancora più significativo è stato l'omaggio a papa Francesco che a Ho Chi Minh City, nella sede della Conferenza episcopale vietnamita, ha compiuto a nome del governo vietnamita Vu Hoai Bac, il capo del Comitato governativo per gli Affari religiosi. Ha acceso l'incenso davanti all'immagine del pontefice e ha espresso le sue condoglianze alla comunità cattolica vietnamita per la scomparsa del Pastore della Chiesa universale.
Anche il Vietnam è un Paese comunista governato da un partito unico. Anche la leadership politica di Hanoi vive le sue guerre di potere interne, come ha mostrato l'anno scorso la fulminea ascesa di To Lam. Ma, in materia di libertà religiosa, a cinquant'anni esatti ormai dalla fine della guerra del Vietnam, è un dato di fatto che gli spazi su cui la Chiesa cattolica oggi può contare sono immensamente più ampi ad Hanoi di quelli concessi ai cattolici cinesi.
Si tratta del frutto di un altro processo che Francesco nel suo pontificato ha fortemente sostenuto. Come raccontava in questa intervista ad AsiaNews nel dicembre 2023 mons. Louis Nguyen Anh Tuan, vescovo di Ha Tinh e padre sinodale, un punto di svolta è stato il servizio disinteressato svolto dai cristiani verso tutti durante il tempo della pandemia. Nel 2022 era poi arrivato l’accordo tra il Vaticano e il governo di Hanoi che, dopo anni di trattative pazienti, ha aperto la strada al ritorno di un rappresentante permanente della Santa Sede nel Paese, dopo l'espulsione proprio 50 anni fa con l'arrivo dei vietcong a Saigon. Un passaggio la cui importanza papa Francesco aveva voluto sottolineare con una lattera ai cattolici vietnamiti, in cui evocando “il coraggio nel lavoro, la tenacia nelle difficoltà, il senso della famiglia e le altre virtù naturali di cui ha saputo dar prova” questo Paese nella sua dolorosa storia recente, il pontefice invitava a “rendere grazie a Dio con gioia, perché l'amore di Dio è eterno ed è fedele per sempre”.
Appare dunque un po' paradossale il fatto che - nel conclave che sta per aprirsi, quello del numero record di cardinali provenienti dall'Asia - non vi saranno porporati vietnamiti, avendo superato gli ottant'anni entrambi i presuli che hanno partecipato all'elezione di Benedetto XVI e di Francesco. Ma i cattolici vietnamiti non se ne fanno più di tanto un cruccio: hanno imparato attraverso ben altre prove la via della fedeltà alla Chiesa; guarderanno al conclave fiduciosi nell'opera dello Spirito Santo. Pensando anche a quella risposta data un anno e mezzo fa da Francesco, durante il volo di ritorno dalla Mongolia, alla domanda su quel viaggio tanto atteso che solo motivi di salute ormai non hanno permesso: "In Vietnam ci andrà sicuramente Giovanni XXIV", disse alludendo al suo successore. Ad Hanoi sanno che grazie a Francesco quel giorno adesso è vicino.