Hanoi censura e controlla le esequie della madre della dissidente cattolica
Hanoi (AsiaNews/Agenzie) - Le autorità vietnamite sorvegliano con attenzione la casa dell'anziana donna che si è auto-immolata in settimana, per protestare contro la carcerazione della figlia accusata di "propaganda contro lo Stato". Funzionari e addetti alla sicurezza controllano quanti rendono omaggio alla famiglia e offrono le loro condoglianze per la drammatica morte di Dang Thi Kim Lieng, madre di Maria Ta Phong Tan, famosa dissidente in cella in attesa di processo e che rischia fino a 20 anni di prigione. In questi giorni molti attivisti, blogger, fedeli e sostenitori varcano la soglia dell'abitazione di Lieng, a Bac Lieu, per rendere l'ultimo saluto; tuttavia, sulla loro strada incontrano agenti e poliziotti che bloccano loro il cammino o li sottopongono a ripetuti interrogatori.
Dang Thi Kim Lieng, madre della 4enne blogger cattolica Maria Ta Phong Tan, è deceduta lo scorso 30 luglio, dopo essersi data fuoco davanti agli uffici governativi della provincia meridionale di Bac Lieu. Dal decesso e per tutta la durata del lutto, compresi i funerali, agenti in borghese e funzionari della sicurezza hanno sorvegliato l'area e registrato ogni movimento. Durante le esequie si sono mescolati alla folla, cercando di "intimidire" i presenti.
Radio Free Asia (Rfa) riferisce che l'ex prigioniero politico Truong Minh Nguyet è stato bloccato dalla polizia mentre percorreva - assieme a un gruppo di attivisti - la strada che separa Ho Chi Minh City da Bac Lieu. Gli agenti lo hanno fermato, accusandolo di guidare una moto rubata. "Abbiamo incontrato molte difficoltà lungo il cammino - ha dichiarato l'uomo - ma siamo intenzionati a completare il nostro viaggio".
Intanto attivisti per i diritti umani e ong internazionali continuano la protesta per la morte di Lieng e il processo alle porte per la figlia Maria Tan. Il dibattimento in aula dovrebbe iniziate il prossimo 7 agosto e vi sono concrete possibilità che sia condannata a decine di anni di galera. La donna è un ex poliziotta molto conosciuta in Vietnam, perché ha denunciato in rete abusi e storture del sistema carcerario (cfr. AsiaNews 17/04/2012 Scrivono di scioperi e giustizia: il governo vietnamita processa tre blogger). Nei suoi confronti pesa anche la decisione di convertirsi al cattolicesimo, dopo essere trascorso un'adolescenza e un'infanzia caratterizzate da continui "lavaggi del cervello" dei funzionari locali del partito per inculcarle l'ideologia comunista. Tuttavia, l'incontro con un avvocato e attivista per i diritti umani le ha fatto riscoprire un desiderio di fede che, nel tempo, l'ha spinta al battesimo.
Il governo vietnamita attua un controllo serrato sulle attività religiose e spesso i cattolici sono vittime di violenze e abusi, sia a livello di singoli individui che di intere comunità. Fra i molti esempi vi sono i montagnard negli altipiani centrali e i padri Redentoristi, ad Hanoi e Ho Chi Minh City, il cui impegno pastorale viene soffocato con sistematica regolarità. Tuttavia, le violenze non hanno impedito loro di svolgere un ruolo fondamentale per la diffusione del cattolicesimo e della dottrina della Chiesa, in particolare fra i poveri e gli abbandonati (cfr. AsiaNews 05/08/2011 Ho Chi Minh City: i redentoristi insegnano la dottrina sociale della Chiesa).
08/03/2016 08:27