Hanoi, centinaia di agricoltori in piazza contro il sequestro dei terreni
Hanoi (AsiaNews/Agenzie) - Centinaia di vietnamiti sono scesi in piazza ad Hanoi, riuniti davanti a un ufficio governativo, per manifestare contro quella che definiscono una "confisca illegale dei terreni" in due diverse aree nella periferia della capitale. La protesta è avvenuta ieri e ha registrato l'adesione di almeno 600 agricoltori provenienti dal distretto di Van Giang e dal distretto di Ha Dong, nell'area urbana di Hanoi. Fonti locali raccontano che i dimostranti hanno raggiunto la sede dell'Assemblea nazionale - il parlamento vietnamita - per depositare lamentele formali in merito alla disputa sui terreni, nella battaglia che li vede opposti alla autorità locali.
La manifestazione di ieri giunge al terzo giorno di incontri e discussioni del Parlamento vietnamita, impegnato nella seconda sessione annuale. Le forze di polizia hanno controllato gli agricoltori scesi in piazza, ma non sono intervenuti con la forza per reprimere il dissenso e la protesta. "Siamo arrivati alle 9 del mattino - ha affermato un abitante del villaggio di Van Giang - e la polizia non ci ha fatto niente...". E dopo due ore di protesta pacifica, le persone hanno abbandonato l'area per tornare alle proprie abitazioni.
Quella di ieri è solo l'ultima di una lunga serie di proteste di fronte a palazzi o edifici governativi ad Hanoi, da quando le autorità hanno dato il via libera alla confisca dei terreni. All'inizio del mese circa 300 persone si erano riunite nei pressi dell'ufficio centrale delle Relazioni pubbliche, per un'altra dimostrazione anche in quel caso priva di violenze. Nel giugno scorso altre dimostrazioni di piazza avevano riguardato anche la comunità cattolica vietnamita (cfr. AsiaNews 25/06/2012 San Giovanni Battista, in Vietnam esempio di lotta contro le ingiustizie del governo).
I gruppi si oppongono alla costruzione dell'Ecopark, una città satellite che ha innescato scontri e proteste negli ultimi anni oltre che comportare la confisca di almeno 500 ettari di terreni. Il sequestro forzato è avvenuto in due fasi, nel 2009 e nel 2012, ma almeno 2mila famiglie hanno rifiutato i compensi offerti dalle autorità perché giudicati "insufficienti".
Intanto gli inquirenti hanno aperto un fascicolo a carico di quattro funzionari di polizia, accusati di aver sottratto le proprietà di un agricoltore cattolico e di averne distrutto i beni. Fra le persone sotto inchiesta vi è Nguyen Van Khanh, ex vice presidente della partito comunista a Tien Lang, verso il quale è stato emesso un ordine di custodia cautelare in carcere per l'attacco a Peter Doan Van Vuon. Altri tre funzionari sono stati rilasciati dietro cauzione, ma dovranno rimanere agli arresti domiciliari. I quattro avrebbero guidato la spedizione composta da centinaia di agenti, chiamati a sequestrare i beni di Peter Doan Van Vuon. L'agricoltore cattolico, in risposta, ha lanciato bombe rudimentali e aperto il fuoco per respingere l'attacco; una prova di forza che gli è valsa l'arresto e un processo per tentato omicidio tuttora in corso.