Hanan Ashrawi: con Fatah e Hamas più vicino uno Stato palestinese
La mediazione egiziana, conferma la dottoressa Ashrawi, è stata “decisiva”, perché ha posto sul tavolo delle trattative “criteri chiari”. Nel giungere all’accordo, la politica riconosce l’importanza della primavera araba: “I movimenti cui abbiamo assistito e assistiamo ancora nel mondo arabo hanno dato una spinta ai giovani e all’opinione pubblica, generato pressioni all’interno di Fatah, Hamas e altre fazioni”.
“Rispondere ai bisogni e alle domande dei palestinesi – continua – è un passo necessario in vista di settembre, per il riconoscimento dello Stato indipendente di Palestina”. Il riferimento della dottoressa, attivista per i diritti umani, è alla dichiarazione dell’autorità palestinese di rivolgersi all’Onu per chiedere alla comunità internazionale il riconoscimento di uno Stato palestinese indipendente da Israele, entro i confini prima del 1967: la Cisgiordania – inclusa Gerusalemme est – e la striscia di Gaza.
Il premier israeliano Benjamin Netanyahu – in visita a Londra – ha definito l’accordo “un terribile colpo per la pace e una grande vittoria per il terrorismo”. Il commento della Ashrawi è secco: “A volte le dichiarazioni di Netanyahu sono così ridicole, che non meritano neppure una risposta”. E sottolinea: “Il popolo palestinese vive sotto la brutale occupazione militare delle forze israeliane. Il terrorismo di cui parla è quello d’Israele, la nostra gente è stata fin troppo paziente”.
Tra i detrattori, c’è chi ipotizza problemi per i cristiani, con la presenza di Hamas e dei fondamentalisti islamici. Ma la Ashrawi spiega: “La legge palestinese è molto chiara sulla tolleranza. I cristiani non sono una minoranza, ma una componente essenziale per l’identità palestinese”. E conclude: “Qualunque tentativo di rendere la Palestina un sistema politico islamico, non avrà successo”. (GM)