Guerra di Gaza, cresce il bilancio dei morti; 150 palestinesi imprigionati e denudati
Gerusalemme (AsiaNews/Agenzie) - Con la morte di una famiglia di sei persone - fra cui una bambina di cinque anni e un bambino di tre - il bilancio dei morti da parte palestinese sale stamane a 718, da quando Israele ha lanciato i suoi raid sulla Striscia di Gaza e ha varato le sue operazioni di terra. Secondo fonti palestinesi metà delle vittime sono frutto delle operazioni di terra e più dell'80% dei morti sono civili.
Da parte israeliana, l'esercito ha comunicato che vi sono 32 soldati uccisi e tre civili. Fra i civili si conta anche un thailandese che lavorava in un vivaio vicino al confine con la Striscia. L'agricoltore Narakorn Kittiyongkul , è uno delle migliaia di thai che operano nelle fattorie e kibbutz vicino al confine. L'ambasciata della Thailandia in Israele ha chiesto che venga garantita la loro sicurezza anche trasferendoli a 10-20 km dal confine.
Ieri sul terreno, gli scontri sono stati sospesi per breve tempo per permettere alle ambulanze di recuperare i feriti. Una portavoce della Croce rossa internazionale ha dichiarato che sette ambulanze sono entrate a Shejaya; altre nove a Khuzaa; un altro a Beit Hanun.
A Gaza, centinaia di persone, in maggioranza donne e bambini, si sono rifugiati nella chiesa ortodossa di san Porfirio per ripararsi dalle violenze attorno.
Nella notte, la brigata Givati ha arrestato 150 palestinesi nella zona di Rafah. Secondo alcuni ufficiali, i palestinesi sono stati prelevati dalle loro case e non hanno opposto resistenza. Molti di loro sono ancora detenuti per essere sottoposti a interrogatorio. Sul web si è diffusa foto dei detenuti inginocchiati in lunghe fine e denudati, con addosso soltanto indumenti intimi (v. foto). Molti commenti ai post fanno notare che questa umiliazione è un'offesa ai diritti umani. Altri sottolineano che i prigionieri potrebbero essere terroristi e che occorre assicurarsi che essi non indossino cinture esplosive.
Intanto, le autorità federali dell'aviazione Usa hanno tolto il bando sui voli da e per Tel Aviv. Il sito dell'aeroporto Ben Gurion conferma che tutto procede in modo normale, ma molti voli sono cancellati.
Mentre la comunità internazionale fa pressione per un cessate-il-fuoco, il capo di Hamas, Khaled Meshal, dalla sua residenza di Doha (Qatar), rifiuta ogni negoziato che non includa la fine del blocco della Striscia, in atto da otto anni.
Ieri sera, un portavoce del segretario dell'Onu, ha denunciato che alcune scuole tenute dall'organizzazione internazionale nella Striscia sono state usate come deposito di armi, "trasformando le scuole in potenziali obbiettivi militari e mettendo in pericolo la vita di bambini innocenti", di impiegati Onu e di tutti coloro che cercano rifugio negli edifici.