Guangzhou, condannati tre dissidenti: un "messaggio chiaro da parte di Xi Jinping"
Il Chinese Human Rights Defender critica il verdetto contro l’avvocato Tang Jingling e gli attivisti Yuan Xinting e Wang Qingying. Questi hanno “soltanto esercitato i loro diritti umani di base”. Le Nazioni Unite ne avevano richiesto il rilascio più di un anno fa. Torture fisiche e psicologiche durante i 20 mesi di detenzione preventiva.
Guangzhou (AsiaNews) – La Corte intermedia del Popolo di Guangzhou ha condannato un avvocato e due attivisti per i diritti umani a pene che variano dai due ai cinque anni in prigione con l’accusa di “incitare alla sovversione del potere statale”. Ne dà notizia il Chinese Human Rights Defender (Chrd), che critica la decisione ai danni del legale Tang Jingling e degli attivisti Yuan Xinting e Wang Qingying. Il primo è stato condannato a cinque anni; il secondo a tre anni e mezzo e il terzo a due anni e mezzo.
Il verdetto si inserisce nella campagna di persecuzione lanciata dal presidente Xi Jinping contro gli avvocati che operano per i diritti umani e molti altri dissidenti della società civile cinese. La decisione della corte manda un messaggio chiaro: il governo di Pechino è determinato a punire chi esercita e chi difende i diritti di base. In modo particolare, come dimostra questo caso, il diritto di espressione, associazione e assemblea. L’udienza si è svolta a più di sei mesi dalla prima apparizione dei tre in tribunale (23 e 24 luglio 2015) e più di 20 mesi dopo l’arresto, avvenuto nel maggio 2014.
L’avvocato Tang Jingling (44 anni) ha fondato nel 2006 il “Movimento civile non violento di disobbedienza”, che opera per una riforma democratica della Cina. Qualcuno lo ha definito “il Gandhi cinese” per la sua promozione della protesta non violenta.
Wang Qingying, 33 anni, era insegnante alla Guangdong University for Technology: nel 2006 ha scelto la strada dell’attivismo per i diritti umani e nel 2009 è stato licenziato a causa della pressione delle autorità sull’ateneo. Wang aveva firmato ‘Carta 08’. Nel 2013 si è unito al Movimento fondato da Tang.
Yuan Xinting, 44 anni, si chiama in realtà Yuan Chaoyang. Un tempo era editor presso la Guangzhou Press. Dopo aver firmato anche lui ‘Carta 08’ è stato licenziato nel 2009. Nato nella provincia del Sichuan, Wang “è stato fatto sparire” nel marzo 2011, durante la repressione del Movimento dei gelsomini. Anche lui ha iniziato a frequentare il Movimento nel 2013.
Nel febbraio 2013 i tre hanno partecipato a una protesta per la libertà di stampa che si è svolta a Guangzhou nel mezzo del “caso Southern Weekly”. I giornalisti e i responsabili del settimanale erano infatti nell’occhio del ciclone per la decisione di non censurare un articolo sgradito al governo.
L’anno successivo gli stessi tre attivisti hanno partecipato a diverse attività per commemorare i 25 anni dal massacro di piazza Tiananmen: Tang ha giocato un ruolo decisivo in quell’occasione, e con ogni probabilità ha ricevuto una condanna più dura data la sua carica di leader del movimento. Il gruppo è detenuto al Centro di prigionia n°1 di Guangzhou.
Il caso che li riguarda è pieno di violazioni ai diritti legali della popolazione: una detenzione pre-processuale molto più lunga del previsto, possibili torture in carcere, mancanza di consulenza legale. Nel settembre del 2014, il Gruppo di lavoro Onu per le detenzioni arbitrarie ha emesso un “parere” nel quale chiedeva al governo di rilasciarli senza condizioni e risarcirli con una somma in denaro. Il Gruppo ha aggiunto che i tre sono stati arrestati in maniera arbitraria e soltanto perché esercitavano i loro diritti umani di base. Inoltre, l’Onu ha sottolineato come siano stati negati i presupposti per un processo equo.
Sia Tang che Wang sarebbero stati torturati durante la prima fase della detenzione, nel Centro distrettuale di Baiyun. Le violenze sono state fisiche e psicologiche, attraverso lunghi e frequenti interrogatori. Wang ha detto al suo avvocato di aver “confessato i crimini” a causa delle violenze, e che soltanto dopo la confessione gli è stato permesso di usare il bagno e si sono interrotti i pestaggi. Dopo la prima udienza del giugno scorso, lo stesso avvocato – Sui Muqing – è stato sequestrato dalla polizia durante il raid estivo contro gli avvocati per i diritti umani. È sparito per sei mesi, prima di essere rilasciato all’inizio del gennaio 2016 dopo aver versato una cauzione.