Governo tibetano: l’economia è importante, ma i diritti umani vengono prima
Commentando l’accoglienza riservata al Dalai Lama dal governo italiano, il portavoce del Dipartimento rapporti internazionali del governo tibetano in esilio spiega ad AsiaNews che non si vuole mettere in imbarazzo nessuno, ma questo non giustifica che la causa dei diritti umani sia sottoposta ai vantaggi commerciali. Importante il sostegno popolare al leader buddista: dimostra che la causa tibetana non è morta.
Roma (AsiaNews) – I governi europei “hanno tutto il diritto di pensare alla loro stabilità e crescita economica, ma non dovrebbero dimenticare che questi fattori si fondano sui diritti umani e sulla libertà di espressione: il Dalai Lama è uno dei campioni di questi valori, e non incontrarlo significa metterli in secondo piano”. E’ quanto dice ad AsiaNews Thubten Samphel, portavoce del Dipartimento rapporti internazionali del governo tibetano in esilio, commentando l’accoglienza ricevuta dal leader buddista in Italia.
Secondo il rappresentante tibetano, “il Dalai Lama non vuole mettere in situazioni imbarazzanti nessun governo o politico, se questi non possono riceverlo: eppure, sarebbe un buon modo per conoscere la reale situazione del popolo e della regione tibetana”. E’ inoltre “comprensibile il nuovo atteggiamento di tanti governi, che cercano di limitare o comunque dare meno peso alla presenza del Dalai Lama nel loro territorio. La Cina ha aumentato il suo peso internazionale, economico e diplomatico, ed è noto l’atteggiamento paranoico di Pechino nei confronti dei tibetani”.
I governi europei “devono però ricordare che il commercio e l’economia sono molto importanti, ma non sono la base di una civiltà: il primo posto l’avranno sempre il rispetto dei diritti umani, della libertà personale e di quella di espressione. Avere un’economia stabile è possibile soltanto se gli uomini che la mantengono sono liberi”. Per questo, “bisogna guardare al governo tedesco, che gioca un ruolo importante nell’economia mondiale ma è allo stesso tempo fermo sulla questione dei diritti umani e non ha mai fatto passi indietro, nei confronti del Dalai Lama ma anche di tante altre situazioni in cui l’essere umano è perseguitato o in catene”.
Tuttavia, “noi siamo molto felici e diamo molta importanza al fatto che il nostro leader venga sempre accolto con sentimenti di simpatia e di rispetto dalle popolazioni di tutto il mondo, che dimostrano il loro affetto nei confronti suoi e della causa che rappresenta”. Proprio queste manifestazioni “ci consentono di andare avanti, nonostante l’esilio e la dominazione cinese della nostra regione. Sono la dimostrazione che vi è una preoccupazione internazionale per la questione tibetana, e che la nostra battaglia non è perduta. Sono molto importanti”.
Per quanto riguarda le ultime polemiche, legate alla partecipazione di Miss Tibet ad un concorso di bellezza internazionale, Samphel ha un atteggiamento chiaro: “Noi, di base, non apprezziamo queste manifestazioni e riteniamo poco opportuno che questa elezione avvenga a Dharamsala, la casa del Dalai Lama. Ritengo inoltre che la cosiddetta Miss Tibet, chiunque essa sia, viene invitata in giro per il mondo perché si sa che questo scatenerà Pechino, portando pubblicità all’evento. E’ comunque pesante dover sostenere che la Cina non consente mai, in nessuna occasione, l’affermazione di un’identità tibetana”.
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