09/08/2024, 13.45
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Governo tecnico in Bangladesh: Delhi guarda a Dhaka con cautela e incertezza

I legami tra l'ex premier Hasina e la leadership indiana risalgono ai tempi dell'indipendenza e si sono stretti ancor più a livello economico negli ultimi dieci anni. Il timore è che il Bangladesh ora si rivolga al Pakistan e alla rivale Cina, ma molto dipenderà da chi salirà al potere dopo le elezioni. 

New Delhi (AsiaNews) - L’India sta guardando con attenzione al cambio di governo in corso in Bangladesh. Questa mattina l’economista Muhammad Yunus, considerato l’ideatore della microfinanza e per questo premiato con il Nobel per la Pace nel 2006, ha prestato giuramento come “chief advisor” del nuovo governo provvisorio che porterà il Paese a elezioni. Gli altri membri, 17 in tutto, sono anch’essi “consiglieri” e non “ministri”: si tratta perlopiù di ricercatori, attivisti, esperti di vari settori. E tra di essi rientrano anche Nahid Islam e Asif Mahmud, entrambi 26enni, studenti dell’Università di Dhaka e coordinatori delle proteste che hanno costretto l’ormai ex prima ministra Sheikh Hasina alle dimissioni e a rifugiarsi - non a caso - in India, mentre pare sia in attesa di ottenere l’asilo politico nel Regno Unito. 

Negli ultimi dieci anni il primo ministro indiano Narendra Modi ha coltivato una stretta collaborazione con il Bangladesh, divenuto il principale partner commerciale in Asia meridionale, fornendo anche di recente assistenza economica e militare. Le industrie tessili del Bangladesh si riforniscono di cotone dall’India, come di diverse altre materie prime. Il confine che divide i due Paesi è lungo 4mila chilometri ed è attraversato da importanti fiumi per i quali è stato necessario giungere ad accordi sulla condivisione delle risorse idriche.

Ma i legami tra la famiglia dell’ex premier Hasina e la leadership indiana risalgono ai tempi della lotta per l’indipendenza, ottenuta nel 1971: durante il conflitto l’India sostenne i cosiddetti combattenti per la libertà contro il Pakistan, e il presidente Sheikh Mujibur Rahman (padre di Hasina, ma considerato anche il padre fondatore del Bangladesh), era vicino alla famiglia Gandhi, che oggi guida l’opposizione, mentre Islamabad, al contrario, fino agli anni ‘80 cercò di mantenere una certa influenza su Dhaka tramite l’esercito. Quando Sheikh Mujibur Rahman venne assassinato durante un colpo di Stato militare nel 1975, Hasina scappò, anche in quel caso, in India, dove rimase per sei anni.

Ieri Modi si è congratulato con Muhammad Yunus per il suo nuovo incarico, e lo ha esortato a garantire "sicurezza e protezione" alle minoranze, in particolare agli indù, che negli ultimi giorni sono stati presi di mira e attaccatti perché identificati come sostenitori della Lega Awami. Diversi cittadini indiani, lavoratori e diplomatici, sono stati evacuati, mentre alcuni indù hanno tentato di varcare il confine per timore di ritorsioni. Nel frattempo Yunus ha ribadito di voler “proteggere tutti” i cittadini del Bangladesh, affermando che gli attacchi contro le minoranze fanno parte di un “complotto”. Si è messo a disposizione dei giovani rivoluzionari, dicendo che “qualunque sia la strada che i nostri studenti ci indicheranno, noi la percorreremo”.

Delhi guarda agli sviluppi in Bangladesh con cautela e incertezza. Diversi analisti concordano sul fatto che ora i rapporti tra i due vicini potrebbero cambiare: “Non può essere un approccio ‘business as usual’”, ha detto a Nikkei Asia il giornalista Pallab Bhattacharya. “L’India ha investito tanto in Bangladesh in termini politici ed economici dal 2009, ma ora non si sa se questo slancio potrà essere sostenuto, perché il nuovo governo potrebbe comprendere elementi meno inclini verso l’India”. 

Molto dipenderà quindi dai risultati delle prossime elezioni, che non sono ancora state annunciate. Il Partito nazionalista del Bangladesh (BNP) e il Jamaat-e-Islami, di matrice islamista, dopo che per 15 anni sono stati messi ai margini dalla Lega Awami in maniera antidemocratica, potrebbero ritagliarsi un ruolo di primo piano. Tuttavia, gli studenti che hanno dato vita al movimento antigovernativo stanno cercando di distanziarsi anche dall’opposizione, chiedendo che il cambiamento nel loro Paese sia sistemico e radicale.

Il timore, a Delhi, resta comunque che Dhaka possa avvicinarsi a Islamabad e di conseguenza a Pechino, che si è espressa positivamente sulle recenti vicende: “La Cina ha preso atto che il Bangladesh ha formato un governo ad interim e lo accoglie con favore. La Cina segue rigorosamente il principio di non interferenza negli affari interni degli altri Paesi”, ha dichiarato oggi un portavoce del ministero degli Esteri di Pechino. E a lungo andare, sottolineano i commentatori, anche la presenza di Hasina in India potrebbe creare problemi a Delhi. Il cui primo compito, sicuramente non facile vista la storia di relazioni tra i due Paesi - continuano gli esperti -, dovrà essere quello di creare rinnovati rapporti con chiunque andrà a occupare il vuoto di potere creatosi in Bangladesh.

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