12/02/2014, 00.00
IRAQ
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Governatore di Bassora: Aiuteremo i cristiani irakeni a tornare nella loro terra

di Joseph Mahmoud
Majid Al-Nasrawi ha incontrato il Patriarca caldeo e il nuovo vescovo mons. Habib Hormuz Al-Nofal. Dal governatore la promessa di terreni e un posto di lavoro per quanti torneranno in città. Mar Sako conferma l’attenzione della Chiesa per il sud del Paese. Dal prelato l’impegno per la pace e la convivenza in città e nella regione.

Baghdad (AsiaNews) - Aiuteremo i cristiani a far ritorno nella provincia, concedendo loro un pezzo di terra da coltivare e creando al contempo opportunità di lavoro e di sviluppo per quanti sono fuggiti in passato per le violenze e la mancanza di sicurezza. È quanto ha sottolineato il leader sciita Majid Al-Nasrawi, dal giugno 2013 governatore di Bassora (nel sud dell'Iraq, al confine con il Kuwait), durante l'incontro con Sua Beatitudine Mar Louis Raphael I Sako e i vertici della Chiesa caldea. Il summit (nella foto) è avvenuto la scorsa settimana, in concomitanza con i festeggiamenti per l'ingresso del nuovo vescovo (mons. Habib Hormuz Al-Nofaly) nella diocesi irakena. Un momento di gioia e di festa per tutta la comunità cristiana, che ha accolto il nuovo pastore nel corso di una concelebrazione eucaristica. 

Il governatore di Bassora ha voluto organizzare un pranzo solenne per rendere omaggio al Patriarca caldeo e alla delegazione cristiana che lo ha accompagnato. Fra i presenti - oltre ai delegati del Consiglio provinciale - il nuovo vescovo della città, il nunzio apostolico in Iraq mons. Giorgio Lingua, il vescovo ausiliare di Baghdad Shlemon Warduni, alcune suore caldee della Congregazione delle Figlie di Maria e altri prelati.  

Durante l'incontro Majid Al-Nasrawi ha espresso la sua "gioia" per la visita della leadership cristiana, confermando il forte legame che unisce la provincia con i suoi figli cristiani; egli ha inoltre esortato i vescovi a "convincere le famiglie a restare e favorire il rientro di quanti sono fuggiti". 

Il Patriarca caldeo ha confermato l'attenzione posta dalla Chiesa irakena al sud del Paese, e in particolare la città di Bassora, testimone dei primi passi del cristianesimo nell'area con l'ingresso di San Tommaso Apostolo. La nomina di un nuovo vescovo, dopo 10 anni di vacanza, è la conferma di un rinnovato impegno verso la comunità cristiana locale. Ad accogliere e a salutare Mar Sako e i vescovi vi erano anche delegazioni provenienti di Nassiriya,  dalla città di Ur, capi tribù e rappresentanze diplomatiche straniere fra cui quella statunitense, iraniana e turca. 

Durante la visita, la leadership caldea ha celebrato una messa solenne nella chiesa di Mar Afram, pregando "per il bene di Bassora e per il suo nuovo vescovo", chiamato a contribuire allo sforzo comune per portare pace, amore e armonia nella regione. Nel corso della funzione Mar Sako ha più volte ricordato il bisogno di una "coesistenza pacifica" fra le diverse anime della città e della nazione. Mons. Habib Hormuz Al-Nofaly ha focalizzato l'attenzione sullo studio della Bibbia e ha auspicato che Bassora possa diventare "un modello" per le altre diocesi del Paese.

Nella diocesi vi sono più di 200 famiglie cristiane caldee, oltre a piccole rappresentanze di cattolici e ortodossi siriani, cattolici armeni. Da tempo la Chiesa irakena è impegnata a contrastare l'esodo della comunità cristiana, che in dieci anni si è più che dimezzata. Prima dell'invasione americana e della caduta di Saddam Hussein i fedeli erano più di un milione mentre oggi, secondo stime recenti, sono circa 300mila. 

 

 

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