26/04/2022, 08.53
TAGIKISTAN
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Gorno-Badakhšan, Onu: timori per la minoranza etnica del Pamir

di Vladimir Rozanskij

Popolazione locale protesta dopo uccisione di una persona fermata dalla polizia. Il governo tagiko aumenta presenza militare e non avvia indagine sull’accaduto. Ridotto l’accesso internet nell’area. L’Onu chiede al governo tagiko passi per arrivare a una riconciliazione con la minoranza della regione.

Mosca (AsiaNews) – Un gruppo di esperti dell’Onu ha espresso viva preoccupazione per la crescita delle tensioni nella provincia autonoma del Gorno-Badakhšan in Tagikistan, e ha invitato le autorità di Dušanbe a difendere la “minoranza del Pamir” e rispettare i diritti umani nella regione. I problemi nascono dall’assassinio di un cittadino locale lo scorso novembre da parte delle Forze dell’ordine, fatto che aveva suscitato proteste di massa. Il governo aveva reagito in modo molto deciso, inviando truppe dell’esercito e assumendo misure molto rigide, compreso il distacco della rete internet in tutta la zona.

Il gruppo di esperti è guidato da Fernand de Varenne, relatore speciale per le questioni delle minoranze e da Iren Khan, relatore speciale per la libertà d’espressione, insieme a diversi altri rappresentanti. Le manifestazioni sono iniziate a novembre 2021, quando numerose persone si sono riunite sulla piazza centrale di Khoruǧ, il capoluogo della provincia situata a 2.200 metri di altezza, vicino al confine con l’Afghanistan.

I poliziotti avevano ucciso Gulbiddin Ziyobekov, accusato di aver rapito una persona, e le proteste denunciavano l’abuso di potere come arbitrio criminale. Durante le proteste erano rimaste uccise altre due persone, con 17 feriti, mentre le autorità avevano comunicato soltanto le ferite subite da alcuni uomini delle Forze dell’ordine.

Nella dichiarazione dell’Onu si afferma che “noi siamo profondamente turbati per la repressione delle proteste, gli arresti di diversi abitanti del Pamir, e anche l’uso eccessivo e illegale della forza militare. Invitiamo le autorità a prendere misure per contrastare la discriminazione dei manifestanti locali”.

Il governo di Dušanbe finora non ha reagito alle richieste, ma in precedenza aveva comunicato di “lottare contro i gruppi della criminalità organizzata attivi nella provincia del Gorno-Badakhšan”. Secondo gli esperti Onu, preoccupano soprattutto l’aumento della presenza di militari nella zona, il rafforzamento dei posti di blocco, gli arresti e gli interrogatori sommari, e anche il divieto di recarsi al di fuori della provincia ai partecipanti alle proteste. La stessa uccisione di Ziyobekov nel corso dell’arresto è rimasta senza indagini, come le violenze dei poliziotti alle manifestazioni.

Gli attivisti della minoranza etnica del Pamir vengono presentati sugli organi di stampa ufficiali, e nelle dichiarazioni degli organi preposti, soltanto come criminali, sostenendo questa campagna di accuse con il blocco delle informazioni e dell’accesso a internet, rimasto a disposizione soltanto degli uffici statali e delle banche. Secondo l’Onu questa scelta “aumenta ulteriormente le tensioni, e influisce negativamente sulla formazione della gioventù e dei bambini”.

Dopo quattro mesi, l’accesso a internet è stato ristabilito il 21 aprile, lasciando alla popolazione soltanto la banda 2G, con una velocità di consultazione molto limitata e l’impossibilità di aprire la maggior parte delle applicazioni.

L’Onu invita il presidente del Tagikistan, Emomali Rakhmon, insieme a tutto il governo, a compiere dei passi concreti per la riduzione dei conflitti, in favore della riconciliazione nazionale con la minoranza perseguitata del Pamir.

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