Gli indonesiani boicottano McDonald’s e Starbucks per il sostegno a Israele
Il Consiglio degli ulema ha invitato a boicottare l’acquisto di 121 prodotti - soprattutto Food&Beverage, ma anche sanitari - che ritiene siano “legati” a Israele direttamente o indirettamente. L’iniziativa fa seguito all’annuncio di McDonald’s Israele di aver donato pasti gratuiti all’esercito israeliano.
Jakarta (AsiaNews) - Sfruttando il suo “potere morale” il Consiglio degli ulema indonesiani (MUI, o “Majelis Ulama Indonesia” come vengono chiamati a livello locale) ha chiesto di boicottare l’acquisto e il consumo di 121 prodotti alimentari e bevande che ritiene siano collegati a Israele, direttamente o indirettamente attraverso gli Stati Uniti. Tra i prodotti o le realtà commerciali da boicottare ci sono anche diverse catene di Fast Food come McDonald’s, KFC, Pizza Hut, Burger King, Starbucks, Subway, o colossi dell’industria del cibo come Lays, Pringles, Kitkat, Magnum e CocaCola. Ma MUI addita anche come “haram” (moralmente illecito) prodotti di cosmesi e materiali per la pulizia della casa. All’origine del boicottaggio per il gruppo integralista indonesiano ci sarebbe la dichiarazione di McDonald’s Israele di donare pasti gratuiti all’esercito israeliano. Al momento, però, solo una piccola parte degli indonesiani supporta questo boicottaggio.
La maggior parte degli indonesiani ha una prospettiva distorta sul conflitto israelo-palestinese poiché in tanti ritengono che esso sia riducibile ad conflitto tra religioni. Ecco perché ampie fette della società indonesiana si è facilmente convinta ad accusare Israele di “pogrom” nei confronti dei palestinesi, che sono di fede musulmana - come la maggioranza della popolazione del Paese del Sud-Est asiatico. E nonostante questa prospettiva sul piano geopolitico e sociale sia non solo semplicistica, ma anche “sbagliata”, la maggior parte degli indonesiani stanno diventando “bersaglio” di campagne anti-Israele e contro la sua popolazione. Alla radice di questo fenomeno ci sono gruppi di musulmani intransigenti indonesiani come il Consiglio degli ulema, che già in passato si è reso protagonista di iniziative controverse, e che oggi punta a boicottare Israele chiedendo un blocco del consumo di prodotti che ritiene legati allo stato ebraico, etichettandoli come “haram”.
Nonostante il governo indonesiano di Joko Widodo abbia ufficialmente revocato nel 2022 l’autorità del MUI sull’etichettatura di ciò che è o non è “haram”, che ora è nelle mani di un’agenzia speciale del Ministero degli affari religiosi, il MUI - fondato nel 1975 dall'allora leader indonesiano Suharto - continua ad esercitare una forte influenza sulla popolazione.
Parlando con il suo omologo americano Joe Biden, il presidente indonesiano Joko Widodo ha comunque esortato la Casa Bianca a esercitare maggiori pressioni sul governo di Netanyahu affinché apra più “corridoi” per le missioni umanitarie: “Il cessate il fuoco è il primo traguardo da raggiungere per favorire questo tipo di operazioni”, ha detto Jokowi a Biden durante il loro incontro faccia a faccia.