Gli egiziani approvano la Costituzione, ma al-Sisi perde il consenso dei giovani
Il Cairo (AsiaNews) - "I giovani della Rivoluzione del 25 gennaio contro Mubarak sono delusi dalla politica dei militari e dell'attuale governo ad interim autori della legge anti-manifestazioni che ha mandato in carcere decine di attivisti e leader pro-democrazia. Per questa ragione in molti hanno boicottato il referendum sulla Costituzione". E' quanto racconta ad AsiaNews, Mina Thabet, 28 anni, leader della Maspero Youth Union. Nato nell'ottobre 2011 per denunciare il massacro dei cristiani copti di Maspero, il movimento cristiano raccoglie migliaia di sostenitori in tutto l'Egitto ed è stato organizzatore insieme ai "Tamarud" della grande manifestazione da 30 milioni di persone dello scorso 30 giugno, contribuendo alla caduta del presidente islamista Mohamed Morsi.
"La popolazione - spiega Mina Thabet - ha preferito votare per la stabilità e la sicurezza. Infatti in coda ai seggi vi erano migliaia di donne, cristiani e anziani, i più colpiti dall'attuale clima di caos". Per l'attivista la vittoria schiacciante del 'si' - circa il 98% - è genuina, ma purtroppo rispecchia una resa nei confronti del futuro democratico del Paese. "I media di Stato - racconta il giovane - hanno avuto un ruolo decisivo nel successo delle votazioni. Essi hanno esaltato la positività del referendum e della Costituzione, assicurando che essa porterà sviluppo e stabilità al Paese, ma tutto ciò non è così reale".
Per Thabet i giovani che hanno dato il via alla Primavera araba sono stati ancora una volta messi da parte. "Gli organi di stampa - nota l'attivista - e i leader politici legati all'attuale governo hanno lanciato una campagna di diffamazione nei confronti dei movimenti autori delle proteste del 25 gennaio additandoli come pericolosi criminali e limitando la loro libertà di espressione compresi i giudizi critici contro la Costituzione". Il leader della Maspero Youth Union cita come esempio l'approvazione e in seguito l'applicazione della famigerata legge sulle proteste costata il carcere ad Ahmed Maher, Ahmed e Mohamed Douma Adel, leader del movimento 6 aprile, uno dei gruppi più importanti della Primavera araba egiziana. Mina Thabet è però convinto che occorre attendere per avere i primi frutti positivi o negativi di questo voto.
La sfiducia dei giovani nei confronti del nuovo governo e nei militari è stata percepita anche da Abdel Fattah el-Sisi, ministro degli Esteri egiziano e nuovo uomo forte del Paese che probabilmente concorrerà come futuro presidente. Pochi giorni prima del referendum il militare ha lanciato un appello ai giovani invitandoli a votare. "Voi - ha dichiarato - rappresentate la maggioranza degli egiziani". Secondo il giornalista Khaled Diab in questi tre anni l'Egitto è cambiato e in caso di un ritorno al passato militarista la popolazione reagirà. "La tirannia della paura - scrive Diab - non regna più nella mente degli egiziani. Quindi sbaglia chi sostiene che essi rispetteranno a lungo un leader brutale alla stregua di Mubarak". (S.C.)