Gli avvocati di Kuala Lumpur richiamano il governo sulle morti in carcere
Il ministro dell'Interno ha affermato che tutti i decessi in detenzione registrati dal 2022 sono avvenuti per cause di salute. Il Consiglio degli avvocati ha espresso preoccupazione per le affermazioni e chiesto indagini indipendenti. Tra il 2011 e 2021 sono state registrate 430 morti in custodia.
Kuala Lumpur (AsiaNews) - Il ministro dell’Interno della Malaysia, Saifuddin Nasution Ismail, è stato criticato dal Consiglio degli avvocati per aver affermato che non ci sono stati morti in custodia o nei centri di detenzione per migranti da quando è entrato in carica. Secondo il ministro, tutte le morti in custodia che si sono verificate a partire dal 2022, sono state determinate da questioni di salute.
Affermazioni verso cui il Consiglio degli avvocati ha espresso preoccupazione. "In primo luogo, è essenziale determinare se i detenuti sono morti all'interno delle strutture di detenzione o in un ambiente ospedaliero. Il luogo della loro morte è significativo per comprendere le condizioni e le cure fornite all'interno dell'ambiente di detenzione”, si legge in una dichiarazione rilasciata ai media.
"Poi, dobbiamo esaminare l'adeguatezza e la tempestività delle cure mediche che questi individui hanno ricevuto. Sono stati prontamente assistiti da professionisti medici qualificati e le cure necessarie sono state somministrate senza indugio? La salute e la sicurezza dei detenuti dovrebbero essere una priorità e qualsiasi mancanza di assistenza medica deve essere identificata e rettificata.”
In base a quanto previsto dal Codice penale della Malaysia, il compito di determinare la causa del decesso di un detenuto spetta esclusivamente al medico legale. Nel caso di una morte in custodia, è richiesta un’indagine.
Questa prassi è stata stabilita con una risoluzione adottata dal Consiglio degli avvocati della Malaysia durante la sua 76ma Assemblea generale nel 2022. La norma prevede che il medico legale possa visitare il sito e il corpo del detenuto e avviare indagini preliminari. Allo stesso tempo, la polizia e i funzionari dovrebbero astenersi dal fare dichiarazioni pubbliche riguardo le morti in custodia. Al contrario il governo dovrebbe pubblicare annualmente i dati sulle morti sospette, i decessi in custodia e le cause presentate dal medico legale.
“Nessuno dovrebbe essere orgoglioso dell'assenza di suicidi o aggressioni quando le morti in custodia continuano a verificarsi a causa di problemi di salute. L'obiettivo deve essere quello di raggiungere zero morti in custodia”, ha affermato il Consiglio degli avvocati.
Anche l’avvocato M. Visvanathan, in occasione di un evento di commemorazione delle vittime di morte in custodia a Kuala Lumpur, ha esortato il governo ad istituire un tribunale dedicato alle indagini sulle morti in custodia. Visvanathan è stato coinvolto nel caso di morte presso la stazione di polizia di Sentul nel 2009. Secondo l’esperto legale, i tribunali che si occupano di questi casi si occupano anche di altre questioni. "Queste morti devono essere indagate in modo trasparente per dare fiducia alla gente", ha aggiunto. Le osservazioni di Visvanathan hanno seguito quelle di Ng Yap Hwa, presidente della “Teoh Beng Hock Association for Democratic Advancement”, che ha anche parlato all'evento. "Ci sono molti casi di morte in custodia, ma nessuna indagine”, ha affermato Ng.
Nel 2009, Teoh Beng Hock, l'ex assistente dell'allora consigliere esecutivo di Selangor, Ean Yong Hian Wah, venne trovato morto al quinto piano del Plaza Masalam di Shah Alam, poche ore dopo essere arrivato per un interrogatorio.
Un'inchiesta del medico legale nel 2011 emise un verdetto di morte sospetta. La sua famiglia fece ricorso: tre anni dopo, la Corte d'Appello annullò il verdetto e stabilì che la morte di Beng Hock era stata causata da ferite multiple, conseguenza di atti illeciti compiuti da ignoti.
Ad oggi, la saga di Teoh Beng Hock non si è ancora conclusa, mentre la sua famiglia e i membri della società civile continuano a chiedere risposte sulla sua morte, ma le autorità rifiutano di accogliere le loro proteste. Domenica, la famiglia e gli amici di Beng Hock, così come i membri della società civile, hanno tenuto una cerimonia commemorativa per lui e per le altre vittime di morte in custodia. Si trattava della commemorazione del 15mo anno dalla scomparsa di Beng Hock.
Uno studio della Commissione per l'integrità dell'applicazione della legge ha registrato 430 morti in custodia avvenute in Malaysia tra il 2011 e il 2021.