03/05/2024, 08.32
UZBEKISTAN
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Gli affari oscuri tra gas e judo nella cerchia di Mirziyoyev

di Vladimir Rozanskij

Nonostante le sbandierate campagne anticorruzione del presidente, a Tashkent è venuta alla luce una vicenda di contratti estremamente vantaggiosi a beneficio di una società legata alla sua famiglia. Con al centro il genero Umarov, "eminenza grigia" di un sistema di potere che va dalle grandi imprese al mondo dello sport.

Tashkent (AsiaNews) - Un’inchiesta di Radio Ozodlik, ripresa da diversi altri media, ha rivelato gli affari di una compagnia quasi sconosciuta e legata alla famiglia del presidente dell’Uzbekistan, Šavkat Mirziyoyev, che ha stretto accordi segreti con lo Stato per oltre 100 milioni di dollari, soprattutto un contratto multimilionario per la consegna del gas a una delle principali aziende cementifere del Paese a prezzo maggiorato.

L’affare estremamente vantaggioso per il marginale Ultimo Group Limited lascia intendere che i personaggi coinvolti, soprattutto i parenti di Mirziyoyev, ricevano dividendi molto consistenti grazie alle relazioni con i politici di alto livello. Lo stesso presidente aveva affidato agli organismi interessati, lo scorso anno, il compito di sradicare i fenomeni di corruzione nel settore energetico e dei carburanti, chiedendo più volte la massima trasparenza e di cessare una volta per tutte la pratica delle tangenti.

L’Uzbekistan, il Paese più popoloso dell’Asia centrale che ha superato i 37 milioni di abitanti, possiede ampie riserve di gas, e da quando è succeduto al primo storico presidente, l’autoritario Islam Karimov morto nel 2016, Mirziyoyev non perde occasione per ribadire che “non abbiamo più il diritto di andare avanti come prima, dobbiamo garantire lo sviluppo e il benessere di tutta la popolazione”. Eppure l’inchiesta di Ozodlik dimostra come il contratto assai poco trasparente dell’Ultimo Group sia stato concesso nel 2021, con la vendita al principale produttore di cemento Qizilqumsement, allora di proprietà dello Stato, per una somma di oltre 36 milioni di dollari. E si trattava della prima vendita di gas della compagnia semi-sconosciuta.

I documenti svelati dall’inchiesta mostrano come all’azienda della famiglia presidenziale siano stati trasferiti 66 milioni di dollari dal monopolista UzTransGaz, e che la compagnia abbia importato miliardi di metri cubi dal vicino Turkmenistan. La transazione è stata effettuata con una rete di partner non semplice da ricostruire, che si estende da New York a Hong-Kong, passando per Dubai. La figura centrale di tutta la macchinazione è Azizžon Kamilov, capo della federazione di judo in Uzbekistan e vice-presidente del comitato olimpico nazionale, molto legato a Otabek Umarov, genero del presidente e alto funzionario statale, molto attivo nel settore sportivo.

Umarov viene spesso indicato come l’“eminenza grigia” del sistema di potere ai vertici dell’Uzbekistan, che secondo gli ultimi rapporti di Transparency International rimane “uno Stato autoritario con un alto livello di corruzione, di nepotismo e di abuso di potere”, pur riconoscendo “qualche progresso” nelle ultime riforme di Mirziyoyev. L’immagine pubblica di Umarov in questi anni è stato il suo brand personale 7Saber, che produce le uniformi sportive per le squadre nazionali, messe in commercio proprio da Ultimo Group.

L’azienda sotto inchiesta, fondata a marzo 2021 con un capitale di 9.500 dollari, è quasi un fantasma e non possiede un sito internet ufficiale, né alcuna forma di presentazione pubblica, e una delle persone indicate dai documenti tra i principali proprietari è un’anziana pensionata che non si era mai occupata di affari. Solo uno degli azionisti, Tukhfat Anvarkhužaev, ha risposto ai giornalisti negando ogni rapporto con Umarov, con il quale sostiene sussistano solo “rapporti cordiali, ma non relazioni economiche”.

Kamilov e Umarov sono invece due personaggi molto popolari in Uzbekistan, che si mostrano alle competizioni e in molte altre manifestazioni facendosi fotografare insieme al “prestanome” Anvarkhužaev. L’indagine ha mostrato molte altre relazioni ambigue dei personaggi coinvolti, con emiri arabi e faccendieri americani, spesso usando la copertura del Comitato olimpico e delle manifestazioni sportive. L’ideale della trasparenza del “nuovo Uzbekistan” di Mirziyoyev appare ancora piuttosto lontano dalla realizzazione.

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