Gli Usa cambiano (ancora) idea: Modi non ha commesso crimini contro l'umanità
New York (AsiaNews) - Un tribunale statunitense ha respinto un'azione legale mossa contro il Primo ministro dell'India, Narendra Modi, per crimini contro l'umanità compiuti durante i massacri del Gujarat (2002). Il verdetto della corte - che ha base a New York - si allinea con la posizione assunta dall'amministrazione Obama nei confronti del premier indiano, che gli ha garantito l'immunità diplomatica in quanto leader di un governo straniero.
Il 27 febbraio del 2002 un gruppo di musulmani aggredirono e diedero fuoco al Sabarmati Express, a bordo del quale vi erano indù - soprattutto donne, bambini e anziani - di ritorno da un pellegrinaggio a Ayodhya. L'assalto, in cui morirono 58 persone, scatenò violenti disordini di matrice interreligiosa in tutto il Gujarat.
Nel massacro, la comunità islamica del Gujarat ha pagato il prezzo più alto: degli oltre 1.000 morti accertati, 790 erano musulmani e 254 indù. Almeno 253 persone sono state dichiarate disperse; 523 luoghi di culto, comprese tre chiese, sono state danneggiate; 27.901 indù e 7.651 musulmani sono stati arrestati. Narendra Modi, all'epoca chief minister del Gujarat, è stato da molti considerato responsabile di queste violenze per aver cospirato nei disordini, per non aver saputo controllare la situazione e aver poi cercato di non accertare la verità.
Egli si è sempre difeso da queste accuse, ma non ha mai chiesto scusa in modo ufficiale per quanto accaduto. Dopo le stragi, per oltre 10 anni gli Stati Uniti e diversi Paesi europei hanno boicottato Modi. Washington, sotto l'amministrazione Bush, gli ha revocato il visto per "gravi violazioni alla libertà religiosa", in base all'International Religious Freedom Act.
Tuttavia, dopo la vittoria alle elezioni generali 2014 del Bharatiya Janata Party, la posizione di questi Paesi è cambiata in modo radicale, tanto che Barack Obama lo ha invitato di persona ad andare in visita negli Stati Uniti.
Nel settembre 2014, in occasione del viaggio di Modi a New York e Washington, l'American Justice Centre ha presentato un documento di 28 pagine. In esse, il gruppo accusava il Primo ministro di "crimini contro l'umanità, torture, esecuzioni extra-giudiziarie, e di aver inflitto traumi fisici e mentali sulle vittime, in particolare quelle della comunità musulmana".