Gli Stati formati da arcipelaghi insieme per affrontare il cambiamento climatico
A 5 anni dalla Dichiarazione di Manado, si consolida il Forum degli Stati arcipelagici e insulari (AIS) che riunisce 51 Paesi di tutto il mondo. Riuniti in Indonesia - il Paese in assoluto con il più alto numero di isole - hanno rilanciato l'impegno ad aumentare la solidarietà e la cooperazione su grandi sfide come la lotta all'inquinamento degli oceani, la sostenibilità nella pesca e nel turismo e la gestione delle emergenze.
Bali (AsiaNews) - Sono 32 i Paesi che hanno firmato la dichiarazione del Forum degli Stati arcipelagici e insulari (AIS) a Nusa Dua, sull’isola di Bali in Indonesia mercoledì 10 ottobre. La dichiarazione comprende l’impegno ad aumentare la solidarietà e la cooperazione nell’affrontare le minacce del cambiamento climatico, compreso l’innalzamento del livello del mare. L'Indonesia è la nazione arcipelagica più grande del mondo, composta da cinque isole principali e circa 30 arcipelaghi minori, per un totale di circa 18.110 isolotti di cui circa 6.000 abitati. Per questo il Paese del Sud-Est asiatico era anche la scelta più naturale per ospitare questo appuntamento cruciale per la nascente organizzazione internazionale AIS costituitasi con la Dichiarazione congiunta di Manado nel 2018, sempre in Indonesia, nella provincia del Nord Sulawesi. Ad oggi, il Forum AIS è composto da 51 Paesi insulari e insulari, tra cui Giappone e Inghilterra.
AIS Forum è una piattaforma pensata per includere 51 stati-arcipelagici e Paesi a grande densità di isole di tutto il mondo per affrontare in modo condiviso le sfide dell’utilizzo delle risorse oceaniche per una crescita economica sostenibile, la resilienza ai cambiamenti climatici, l’inquinamento degli oceani, la gestione delle emergenze e il miglioramento della pesca sostenibile. “L'oceano è una fonte di vita e per l’Indonesia non è un elemento 'divisivo', ma un 'collante' e un connettore. Attraverso il Forum AIS, il nostro Paese invita tutti i Paesi che come il nostro hanno tanti chilometri di coste e di mare, alla collaborazione e alla cooperazione", ha detto il presidente indonesiano Joko Widodo durante la prima sessione degli incontri del Forum AIS. Widodo ha anche spiegato che le minacce affrontate dai Paesi insulari e arcipelagici sono molto reali e comuni a tutti, come “l'innalzamento del livello del mare, l'inquinamento degli oceani causato da rifiuti e detriti, che non minacciano solo la sostenibilità della vita sulla terra e sul mare, ma anche la sovranità e l'integrità territoriale".
Oltre a rafforzare la solidarietà tra Stati con caratteristiche geografiche comuni, i Paesi membri dell’AIS vogliono anche garantire che lo sviluppo economico continui nonostante le sfide non facili. "I Paesi insulari e costieri, indipendentemente dalla posizione, dalle dimensioni e dal livello di sviluppo, affrontano le stesse sfide ambientali e di sviluppo, ma a livelli diversi, che devono essere risolte attraverso sforzi congiunti e una reale collaborazione", si legge nella dichiarazione emessa dall’organizzazione internazionale al termine dei lavori. Durante i lavori è intervenuto anche il cancelliere dell'Istituto Agrario di Bogor, Arif Satria, che ha illustrato il potenziale economico degli oceani quando viene combinato con i principi dello sviluppo sostenibile e rispettoso dell’ambiente e ha fatto l'esempio dei FAD portatili - strutture galleggianti che creano le condizioni ideali per attirare gli organismi marini (pesci, molluschi, etc.) e per questo utilizzati come strumento per la pesca - che ora stanno iniziando a essere introdotti ai pescatori del Madagascar. "È facile, economico e può essere portato ovunque".
“Per prima cosa dobbiamo agire per mitigare le gravi sfide del cambiamento climatico e come noi, le nazioni arcipelagiche, dovremmo adattarci a queste nuove ma gravi sfide ambientali”, ha illustrato Retno Marsudi, la ministra degli Esteri dell’Indonesia. Che ha aggiunto: “In secondo luogo, dobbiamo lavorare insieme per sviluppare una collaborazione internazionale per creare l’economia sostenibile e incentivare l’ecoturismo. In terzo luogo, dobbiamo seriamente affrontare i rifiuti marini e pulire le nostre aree costiere da eventuali detriti di plastica. Infine, siamo moralmente sfidati ad avere una gestione marittima pulita e una buona governance marittima”.
Nel discorso di chiusura dei lavori, il presidente del Paese ospitante ha anche menzionato il concetto di “economia blu” - un modello di economia dedicato alla creazione di un sistema economico sostenibile attraverso l’innovazione tecnologica - sostenuto dall'Indonesia da attuare nei Paesi insulari e arcipelagici: “Il potenziale dell'economia blu è molto ampio e deve essere esplorato e utilizzato per diventare un pilastro della crescita e del benessere per le persone. Il mare è una fonte di vita, sostenibilità e giustizia", ha concluso Widodo.
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